
Era una storia da film, ma nessuno ci aveva mai pensato prima di Francesco Catarinolo, eclettico e affermato regista e documentarista che, nel periodo post Covid, si è innamorato del rugby (anche da giocatore, in una squadra “old”). Una passione totalizzante, famelica di informazioni che ha cercato anche attraverso i libri. Uno, su tutti lo aveva folgorato: quello di Massimo Calandri, che proprio nel 2021 scrisse “Non puoi fidarti di gente così”, la storia affascinante e unica della tournée in Sudafrica della nazionale italiana nel 1973. Era il periodo dell’apartheid, cui simbolicamente il Paese mise un punto, per andare a capo, anche grazie alla vittoria nella Coppa del Mondo organizzata in casa nel 1995 (a proposito di film, generò “Invictus”).
Nessuna nazionale voleva affrontare una trasferta che, 52 anni fa, era boicottata per motivi politici e ideologici. Solo l’Italia rispose presente, ma spedì una rosa piena di giovani, con i big che si rifiutarono di giocare in un paese razzista.
Il valgobbino Salvatore Bonetti, per tutti Nembo Kid, all’epoca 23enne, fu il perno di quel gruppo che accettò di prendere parte alla tournée a patto di affrontare anche i Leopards (gli unici contro i quali gli azzurri vinsero nelle 9 partite), la selezione sudafricana bantu composta solo da giocatori neri. Quella sfida storica venne giocata a Port Elizabeth, dove in questi giorni si trova il quindici del ct Quesada, che sabato 12 luglio ha sfidato gli Springboks nel secondo test match. Insieme a loro, due ospiti speciali: Bonetti stesso e Ambrogio Bona, tra i superstiti di quella nazionale.
Insieme a loro, tutta la troupe guidata da Catarinolo: qui sta ambientando le scene cruciali del film che, pur senza titolo (quello provvisorio è “Trust this people”), ha già incassato l’interesse di coproduttori francesi che hanno subito capito il respiro internazionale di un progetto che fa leva su alcuni episodi incredibili, ricreati attraverso l’animazione (da qui i tempi lunghi, sarà pronto verso la fine del 2026). Di quella trasferta vi sono solo 90 minuti di video realizzato con la sua cinepresa dall’allenatore Gigi Savoia.
«Nembo Kid e Ambrogio, i giocatori più rappresentativi, sono i nostri Caronte – racconta il regista dal Sudafrica – stanno rivivendo ricordi che li portano a commuoversi, proprio nei giorni in cui l’Italia si allena qui. Sentiremo anche i giocatori sudafricani del tempo, tra cui il capitano Siya Kolisi, nato e cresciuto in una township. Racconteremo il punto di vista italiano, questa è una storia imperniata di originalità». Lo sport come veicolo di fratellanza universale: oggi e allora, la ricetta per emozionare e emozionarsi resta questa.
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12 luglio 2025
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