
La parola chiave del suo programma è «accessibilità». Zohran Mamdani ha vinto a New York con la promessa di rendere la sua città, la più cara d’America e una delle più dispendiose al mondo, accessibile per i suoi 8,5 milioni di abitanti. Un programma incentrato sulla riduzione dei costi che «stanno schiacciando i lavoratori». «Zohran abbasserà i costi e renderà la vita più facile» è la promessa che campeggia sulla sua piattaforma online, dove si spiega punto per punto gli elementi qualificanti del suo programma.
In realtà la pervasità del messaggio è stata garantita da una serie di video popolarissimi sui social con Mamdani grande comunicatore e protagonista di trovate efficaci. Già nel primo di questi filmati si vede l’allora candidato sindaco mentre cammina per strada e parla con la gente, introducendo il tema portante di tutta la sua campagna: il costo della vita diventato insostenibile per molti abitanti.
Ora che è riuscito a convincere la maggioranza dei newyorchesi, il primo sindaco musulmano e democratico socialista che margini di manovra ha per cambiare davvero la città?
Affitti congelati: possibile
Mamdani si è impegnato a far fronte all’emergenza abitativa a New York «congelando» per quattro anni il prezzo degli affitti calmierati, una richiesta avanzata direttamente dagli inquilini della working class. Ha presentato la proposta in modo originale con un video girato in inverno dove lo si vede tuffarsi in mare nelle acque gelide di Coney Island. L’intenzione è di fare pressione sul Rent Guidelines Board affinché blocchi i prezzi per le unità con affitto calmierato l’anno prossimo. Il sindaco nomina tutti e nove i membri di questo Board, che decide gli adeguamenti annuali degli appartamenti a canone calmierato. Nomina anche la maggioranza dei membri della Commissione per la pianificazione della città di New York, dandogli influenza su questioni come la politica e gli sviluppi dell’uso del suolo. Tuttavia il sindaco Eric Adams, in carica fino a dicembre, potrebbe usare il suo potere per modificare la composizione del consiglio e ritardare i piani di Mamdani.
Mezzi pubblici: difficile
Mamdani si è recato in bus a uno degli ultimi dibattiti televisivi con Cuomo ed è arrivato con 25 minuti di ritardo. Un inconveniente che ha usato per ribadire la sua promessa di migliorare i trasporti pubblici e di renderli grauiti. Il suo team ha stimato che fornire e finanziare autobus gratuiti in tutta la città costerebbe sugli 800 milioni di dollari all’anno.
Mamdani potrebbe avere difficoltà a realizzare questo piano: il municipio ha una minoranza di voti nel consiglio di amministrazione della Metropolitan Transport Authority.
Supermercati comunali e licenze: possibile
Mamdani intende lanciare negozi di alimentari e supermercati di proprietà comunale che acquistino e vendano a prezzi all’ingrosso. Come sindaco, potrebbe farlo per esempio destinando a loro terreni di proprietà della città. Il primo sindaco musulmano di New York si è impegnato anche a riportare da 10 a 8 dollari il prezzo dello street food halal, quello consentito ai musulmani. In un video lo si vede intervistare venditoridi cibo di strada e parlare di «inflazione di halal», per lui dovuta al costo esorbitante delle licenze, che vengono subaffittate perché il comune ne concede poche: Mamdani anche in questo qualcosa potrà fare.
Asili pubblici e le tasse agli ultra ricchi: difficile
L’offerta di asili nido e scuole materne pubbliche per i bambini sotto i 6 anni è uno dei punti qualificanti del suo piano di riduzione del costo della vita nella Grande Mela. Un piano che – nelle sue intenzioni, dovrebbe essere finanziato soprattutto con tasse sugli ultra ricchi. Il «piano delle entrate di Zohran» propone di aumentare l’aliquota dell’imposta sulle società per allinearla all’11,5% del New Jersey. Questo da solo potrebbe portare 5 miliardi di dollari, stima il sindaco eletto. Mamdani ha anche detto che tasserà le persone che guadagnano più di 1 milione di dollari con un’imposta sul reddito extra del 2%, che secondo le sue stime genererà 4 miliardi di dollari.
Il problema è che lo Stato di New York ha il diritto di veto sulle modifiche fiscali adottate dal sindaco: la governatrice Kathy Hochul, che è in corsa per la rielezione il prossimo anno, ha già escluso di tassare i ricchi.
Ma c’è un altro elemento che potrebbe ostacolare Mambani, considera l’Economist: New York non è più la calamita di un tempo per gli ultra ricchi, che si lamentano per le tasse pagate per il «generoso» welfare cittadino. Molti di loro si sono già spostati (gli ultramilioniari sono passati dal 13% del 2010 al 9% del 2022) e altri sono in procinto di farlo: JP Morgan conta già oggi più dipendenti in Texas, Carl Icahn, lo squalo di Wall Street si è trasferito in Florida. Con conseguente restrizione del gettito fiscale comunale.
Migranti: difficile
Mamdani ha promesso di mantenere New York come un «santuario» per gli immigrati, ponendo le basi per uno scontro con Trump, che ha messo in dubbio la cittadinanza del candidato e ha minacciato di arrestarlo se bloccherà il lavoro dell’Immigration and Customs Enforcement (Ice), l’agenzia federale che Donald sta usando per attuare la sua politica di espulsioni di massa. L’amministrazione Trump avrà l’ultima parola su ciò che l’Ice farà a New York City. Il tycoon, che ha definito Mamdani un «pazzo comunista al 100%», ha detto a un certo punto che se dovesse bloccare i raid dell’Ice a New York «allora dovremo arrestarlo».
L’arresto di Netanyahu: difficile
Altro punto di attrito con Trump, l’idea di arrestare Benjamin Netanyahu. Mamdani ha detto che rispetterà il mandato della Corte penale internazionale, che ha accusato il leader israeliano di crimini di guerra e crimini contro l’umanità in relazione alla guerra a Gaza. Mentre ipoteticamente il sindaco potrebbe schierare la polizia per arrestarlo, New York farebbe fatica a presentare accuse visto che gli Stati Uniti non sono firmatari della Convenzione di Roma della Cpi.
5 novembre 2025 ( modifica il 5 novembre 2025 | 11:33)
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