Segno meno per l’economia americana nel primo trimestre. L’economia degli Stati Uniti si è contratta dello 0,5%, secondo la terza stima diffusa dal Bureau of Economic Analysis. Il dato è peggiore rispetto alle prime due letture del pil: la prima stima, diffusa il 30 aprile, indicava una contrazione dello 0,3%, mentre la seconda del 29 maggio un calo dello 0,2%.

I fattori dietro al calo e l’effetto dazi
A pesare sulla dinamica del Pil è stato soprattutto l’aumento delle importazioni, sui cui ha influito come spiegano da Reuters la corsa delle aziende ad importare quei beni che ad aprile sarebbe poi stati colpiti dai dazi. Il dato più debole è stato determinato poi dalle revisioni al ribasso della spesa dei consumatori (0,5%, il minimo dai forti cali del 2020 contro l’1,2% nella seconda stima) e delle esportazioni (0,4% contro il 2,4%). Nel frattempo, la spesa del governo federale è diminuita del 4,6%, il calo più netto dal primo trimestre del 2022 anche se in linea con la seconda stima. Gli investimenti fissi sono aumentati del 7,6%, il guadagno maggiore da metà 2023, ma leggermente inferiore al 7,8% nella lettura iniziale. Dal punto di vista settoriale, si registrano cali del 2,8% per le industrie manifatturiere e dello 0,3% per i servizi privati.

I profitti aziendali in calo
L’indice dei prezzi per gli acquisti domestici è aumentato del 3,4%, mentre l’indice PCE, che mostra l’aumento medio dei prezzi per i consumi personali interni, ha segnato un +3,7% (+3,5% al netto di alimentari ed energia), entrambi ritoccati al rialzo di 0,1 punti rispetto alla stima precedente. I profitti aziendali sono diminuiti di 90,6 miliardi di dollari nel trimestre, anche se la stima è stata rivista al rialzo di 27,5 miliardi rispetto al dato precedente. Il reddito nazionale lordo reale (GDI) è stato rivisto in miglioramento, registrando un +0,2% dopo una precedente stima negativa.
26 giugno 2025
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