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Il Parlamento europeo approva una risoluzione comune su Gaza. Manca la parola «genocidio». Il voto divide sia il centrodestra che il centrosinistra italiani

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DALLA NOSTRA INVIATA
STRASBURGO – Il Parlamento europeo ha approvato con 305 voti a favore, 151 contrari e 122 astenuti la risoluzione su Gaza presentata da socialisti, liberali e verdi e che, dopo una lunga trattativa, ha ottenuto anche il sostegno dei popolari. Nel testo intitolato «Gaza al limite: l’azione dell’Ue per combattere la carestia, l’urgente necessità di liberare gli ostaggi e procedere verso una soluzione a due Stati» non c’è il termine «genocidio» inizialmente presente nella risoluzione presentata dal gruppo S&D e poi negoziata con gli altri gruppi tra cui il Ppe che ha spinto per la sua eliminazione.

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Maggioranza e opposizione italiane si sono spaccate nel voto al Parlamento: hanno votato a favore Partito democratico e Forza Italia. Astenuta Ilaria Salis, per la delegazione di Sinistra Italiana, mentre contrario Leoluca Orlando per Europa Verde. Il Movimento 5 stelle ha votato contro giudicando la risoluzione «troppo debole» e per ragioni diverse ha votato contro anche la Lega. Fratelli d’Italia si è astenuta perché «il testo non ha raggiunto l’equilibrio voluto», ha spiegato Fidanza.

È la prima volta dall’inizio della legislatura che una risoluzione di maggioranza sulla crisi umanitaria in corso nella Striscia viene approvata con un voto in aula. Il Parlamento è riuscito così a esprimersi con una voce sola dopo la cacofonia che ha caratterizzato Stati membri e istituzioni europee in questi mesi.

Nella risoluzione il Parlamento condanna con forza il blocco degli aiuti umanitari a Gaza da parte del governo israeliano, che ha provocato una carestia, e chiede l’apertura di tutti i pertinenti valichi di frontiera. Inoltre invita a ripristinare con urgenza il mandato e i finanziamenti dell’UNRWA, con un controllo rigoroso, e si oppone fermamente all’attuale sistema di distribuzione degli aiuti. Il Parlamento invita anche «gli Stati membri a valutare la possibilità di riconoscere lo Stato di Palestina nell’intento di realizzare la soluzione dei due Stati; ribadisce, al riguardo, la richiesta che tutti gli ostaggi siano rilasciati immediatamente e che l’organizzazione terroristica Hamas non abbia alcun ruolo nel futuro di Gaza». I deputati chiedono un cessate il fuoco immediato e permanente e invitano l’UE e gli Stati membri ad avvalersi della loro influenza diplomatica per esercitare pressioni su Hamas affinché accetti di liberare tutti gli ostaggi. Il Parlamento riconosce l’«inalienabile diritto all’autodifesa» di Israele nel rispetto del diritto internazionale e ribadisce che resta un partner strategico dell’Ue nella lotta al terrorismo nella regione.

Nella risoluzione, i deputati sostengono la proposta della presidente della Commissione europea di sospendere il sostegno bilaterale dell’Ue a Israele e di sospendere parzialmente l’accordo Ue-Israele in materia commerciale. I deputati sostengono anche l’avvio di indagini complete su tutti i crimini di guerra e sulle violazioni del diritto internazionale, e sul chiamare tutti i responsabili a rispondere delle proprie azioni. Sostengono inoltre la valutazione di sanzioni dell’Ue contro coloni e attivisti israeliani violenti in Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est, e quelle, già decise da alcuni stati membri e dal Regno Unito, di sanzioni contro i politici israeliani più estremisti e violenti, il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich e il ministro della Sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben-Gvir. Inoltre i deputati chiedono misure restrittive mirate dell’Ue, tra cui il congelamento dei beni e il divieto di visto tramite il regime globale di sanzioni dell’Ue in materia di diritti umani, da applicarsi alle persone ed entità estremiste direttamente coinvolte nell’occupazione illegale dei territori palestinesi o di gravi violazioni del diritto internazionale.

Il voto sul testo finale è arrivato dopo una lunga pausa chiesta dagli eurodeputati per valutare il risultato dello scrutinio sugli emendamenti. Giovedì mattina i gruppi di maggioranza al Parlamento europeo (Ppe, S&d, Renew e Verdi) hanno trovato un accordo sul testo della risoluzione sulla situazione a Gaza, dopo le divisioni dei giorni scorsi. Secondo fonti parlamentari, i partiti hanno accettato di ritirare gran parte degli emendamenti più controversi, assicurandosi il sostegno finale al testo. Il Ppe, in particolare, ha ritirato almeno dieci emendamenti presentati in precedenza. 

«Renew ha lavorato instancabilmente per raggiungere questo storico compromesso, riunendo tutti i gruppi per mettere al primo posto la responsabilità condivisa e sostenere la risoluzione di Renew», ha dichiarato la presidente del gruppo Renew Europe, Valerie Hayer. «Grazie ai nostri sforzi, il Parlamento europeo è la prima istituzione dell’Ue a parlare con una sola voce: un segnale forte da parte di questa Assemblea agli Stati membri», ha concluso.

11 settembre 2025 ( modifica il 11 settembre 2025 | 14:35)

11 settembre 2025 ( modifica il 11 settembre 2025 | 14:35)

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