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Il giugno africano ha migliorato la salute delle uve del Lugana e in Franciacorta

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Il caldo anomalo che ha caratterizzato la seconda metà di giugno e che sta proseguendo in questi primi giorni di luglio (le temperature dovrebbero scendere sensibilmente dal prossimo weekend grazie alle precipitazioni attese nei prossimi giorni) non sembra aver inficiato la maturazione delle uve nelle zone della provincia più vocate alla vinificazione, Lugana e Franciacorta in testa.

Complici infatti le abbondanti piogge della scorsa primavera, il sottosuolo quasi ovunque presenta infatti ancora un buon grado di umidità e solo in alcuni, isolati casi gli agricoltori stanno in questi giorni procedendo a turni di irrigazione di protezione.

Presto, invece, per dire se quella del 2025 sarà una vendemmia in linea con la tradizione oppure, come già successe nel 2023, bisognerà anticipare gli interventi di raccolta a causa di un nuovo aumento delle temperature. «Stiamo monitorando la situazione molto attentamente — racconta Giovanna Prandini, alla guida dell’azienda agricola Perla del Garda di Lonato, produttrice di Lugana —. Alcuni elementi potrebbero far pensare alla necessità di anticipare la raccolta, almeno quella delle uve necessarie alla vinificazione degli spumanti che, per definizione, sono più freschi e quindi sono bisognosi di maggior acidità, ma abbiamo pure imparato che l’eccessivo caldo porta la pianta a reagire proteggendosi e, quindi, a bloccare la maturazione degli acini. Dobbiamo rispettare l’equilibrio della vite, questa è la cosa in questo momento più importante: solo a fine luglio sapremo quando sarà il momento per iniziare la vendemmia».

Vendemmia che, lo scorso anno, nonostante le difficoltà meteorologiche e l’insorgere di una serie di problematiche sanitarie — una su tutte la peronospera — si è svolta nelle tempistiche tradizionali (prime settimane di agosto per il Franciacorta e dopo Ferragosto per il Lugana). Vendemmia che, anche quest’anno, potrebbe quindi tenersi nel periodo canonico. «A ben vedere — ragiona Gianluigi Vimercati, vicepresidente di Confagricoltura Brescia e patron dell’azienda agricola e agrituristica Al Rocol di Ome —, un mese fa tutti i produttori della Franciacorta concordavano col dire che eravamo un po’ in ritardo sulla tabella di marcia: questo caldo ci ha fatto invece tornare in linea con le medie degli scorsi anni. Detto questo, le temperature sopra la media stagionale potrebbero influire alla fine sulle rese in vasca, il che significa meno prodotto ma non meno qualità. Vedremo, ora è prematuro avanzare pronostici».

Vero è che, osservando le vigne di Franciacorta e Lugana, ciò che salta all’occhio (all’occhio anche di un non addetto ai lavori) è la salute delle piante. Conferma Vimercati: «Lo scorso anno abbiamo dovuto combattere contro l’estremizzazione delle condizioni meteorologiche ed è stata una lotta agronomica pazzesca. Quest’anno, invece, a parte due grandinate che non hanno arrecato danni calcolabili, non registriamo malattie e, anzi, possiamo dire che la salute delle nostre viti è invidiabile. L’uva è bella e la terra, sotto il primo strato superficiale, è ancora umida».

Più problematico valutare l’apporto delle piogge previste per questo fine settimana. Sabrina Gozio, enologa della cantina La Santissima del Castello di Gussago, la vede così: «Per ora e grazie alle abbondanti precipitazioni primaverili è un’annata da manuale, incrociamo le dita e scongiuriamo eventi estremi nelle prossime settimane, mentre qualche rovescio temporalesco non troppo violento potrebbe aiutare la vite a non bloccare la maturazione degli acini». Acini che stanno proprio in questi giorni andando in invaiatura (cioè stanno cambiando colore, maturando): un buon segno. 


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1 luglio 2025

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