
Il solo fatto che la Coppa Italia sia diventata fondamentale descrive la modestia della stagione del Milan, giustamente considerato il più europeo dei club italiani, grazie a un palmares storico che continua a vederlo secondo il solo Real Madrid per il numero di Champions.
Con quello che è successo quest’anno però, la Coppa Italia è rimasta l’unica porta d’accesso alle coppe europee, precisamente a quell’Europa League che non è chiaramente la Champions, ma neppure la Conference in cui cominci a riconoscere le avversarie dalle semifinali in poi.
Un’occupazione al giovedì, mentre la domenica insegui lo scudetto. Perché dopo una stagione come questa il Milan avrà la necessità, l’obbligo di puntare al massimo. Innanzitutto per riconciliarsi con la sua gente. Ce la farà questa dirigenza? I segnali di primavera, quando i club in crisi dovrebbero almeno avere il tempo per pianificare il mercato in anticipo, non sono positivi.
La pantomima in corso da mesi sul nuovo direttore sportivo rivela la perdurante incapacità di prendere una decisione che sia condivisa dalle due anime della società.
23 aprile 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA
23 aprile 2025
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