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di Aldo Grasso
Ma quel che soprattutto svela «Pupi Avati. Che cinema la vita!» è la mistica dell’emarginazione coltivata fin dall’adolescenza dal regista bolognese
Il documentario Pupi Avati. Che cinema la vita!, scritto e diretto da Mauro Bartoli e Lorenzo Stanzani, mi ha fatto capire una cosa molto importante sul regista (Rai3).
Sì, certo «nei suoi film, poetici e inquietanti, romantici e struggenti, si ritrovano luoghi, episodi e suggestioni della sua storia personale; nei suoi ricordi e aneddoti dall’infanzia e adolescenza emiliana e romagnola riaffiorano scene e atmosfere che hanno reso inconfondibile il suo stile».




