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Il conclave, i conti del Vaticano e l’esempio di un gran lombardo

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Tutte le cariche del Vaticano, durante il periodo di sede vacante, sono sospese. E, di conseguenza, anche quelle di natura economica. Proprio nel momento in cui si deve far fronte all’emergenza dei giorni del lutto e della preparazione del prossimo conclave. Può sembrare inopportuno, e persino irrispettoso, occuparsi di aspetti meramente materiali mentre viviamo giorni di commozione e di grande partecipazione popolare per la scomparsa di Francesco. Ma immaginiamo che questi non siano secondari tra i tanti crucci cui deve far fronte il cardinale camerlengo, Colin McFarrell, l’unico che può accedere alla Camera Apostolica, luogo simbolo in questi giorni della complessa gestione anche economico-finanziaria della Santa Sede

L’organizzazione finora è stata impeccabile. Le cerimonie, grandiose, si sono svolte con maestoso ordine. La città di Roma, il governo e il sindaco possono andare giustamente fieri. La prova è stata superata brillantemente. La diplomazia vaticana ha fatto sì poi che riprendesse il dialogo, anche di pace, tra tanti protagonisti della politica internazionale. Nel segno di Francesco.
 
Bergoglio aveva avviato, non senza contrasti e incidenti di percorso, una complessa opera di ristrutturazione dei bilanci e degli investimenti della Santa Sede. Tutt’altro che terminata, a cui il successore dovrà, con sollecitudine, porre mano. Senza trasparenza e gestione oculata dell’obolo di San Pietro – è questo il punto vero della questione – è difficile convincere e attrarre i grandi donatori.

Non è escluso che questo tema, tutt’altro che spirituale, condizioni i lavori del conclave visto che il Vaticano si regge finanziariamente soprattutto sui contributi americani e tedeschi. Forse può essere utile richiamare, proprio in questi giorni, la figura di Bernardino Nogara, cui Pio XI, dopo i trattati lateranensi, affidò la gestione del patrimonio vaticano e del contributo italiano. Come ha scritto Sergio Romano sul Corriere, non si fidava della corte e dei tradizionali legami con il Banco di Roma. 

L’attuale patrimonio, soprattutto immobiliare, trae origine proprio da quelle scelte (per esempio durante il Fascismo di investire soprattutto in Svizzera, Francia e Regno Unito). Nogara era lombardo come Papa Ratti. Piccola consolazione storica per una regione che, a differenza del passato, nella scelta del prossimo pontefice non avrà un grande ruolo. Ma le cose più importanti sono altre.

28 aprile 2025

28 aprile 2025

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