
Oggi è il giorno del ritorno dei carabinieri al valico di Rafah. Generale Salvatore Luongo, qual è il significato della presenza dell’Arma in una missione tanto importante?
«È una svolta di grande significato. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha autorizzato un contingente di 8 militari a riprendere le attività nell’ambito della missione dell’Unione Europa denominata Eubam Rafah, con il compito di fornire assistenza all’autorità palestinese per la riapertura del valico e per avviare un’attività di formazione per le future forze che presidieranno l’area. La missione si inserisce in un’azione più ampia che l’Arma porta avanti da anni in quella regione: dal 2014 ad oggi abbiamo formato circa 4 mila operatori di polizia palestinese. Non si tratta solo di numeri: è la trasmissione di un metodo, di una cultura del servizio che guarda alla sicurezza come strumento di stabilità e convivenza».
Anche questa volta andrete oltre il controllo del territorio e l’addestramento del personale locale?
«Sì, le nostre missioni militari all’estero vanno oltre la semplice dimensione tecnico-operativa. Quando operiamo in teatri di grande fragilità, come Gaza o altre aree di crisi, ci mettiamo al servizio della pace e della stabilità internazionale portando con noi qualcosa di unico: un modello non solo professionale, ma soprattutto culturale. Quando formiamo le forze di polizia in contesti così difficili esportiamo i valori di integrazione e accoglienza che contraddistinguono il popolo italiano e di cui l’Arma è piena espressione. I carabinieri e le nostre stazioni sono luoghi di prossimità, di vicinanza, di solidarietà. In Italia come all’estero. Tutti ce lo riconoscono, tutti chiedono che “intervengano i carabinieri”».
La strage in provincia di Verona ha segnato profondamente il Paese. Quali sono i suoi sentimenti come comandante generale?
«È stato, per me, un dolore enorme, profondo, lacerante. L’ho vissuto sulla mia pelle insieme all’intera Arma. Una tragica ferita per tutta l’Arma e per l’intera Nazione. I nostri tre colleghi Marco, Valerio e Davide, voglio ricordare ancora una volta i loro nomi, hanno perso la vita nell’adempimento del loro dovere e per portare a termine la missione istituzionale. Il loro sacrificio incarna l’essenza del carabiniere: agire con fedeltà al proprio giuramento, difendere la vita e custodire la dignità di ogni persona. Come comandante generale, vivo questo momento con un’emozione che è difficile da esprimere a parole. Oggi, ai funerali di Padova, ci stringeremo tutti insieme attorno ai familiari di questi nostri commilitoni. È nostro dovere sostenerli e accompagnarli in questo momento di dolore indicibile. Ed è nostro dovere fare in modo che il loro sacrificio non sia vano, ricordandoli sempre, alimentando di nuova linfa la nostra motivazione».
Lei ha riunito al Comando generale i suoi carabinieri per condividere il dolore. Cosa vi spinge ad affrontare qualsiasi rischio?
«È stato un momento di raccoglimento, un’esigenza che ho avvertito dal profondo del cuore e un modo per riunire idealmente, intorno a me e a noi, tutti i carabinieri d’Italia. In questo momento non è affatto scontato, o retorico, pensare al valoroso sacrificio di Salvo D’Acquisto e anche al più recente esempio di Carlo Legrottaglie. La nostra opera infatti si fonda soprattutto sull’impegno silenzioso di tanti donne e uomini che rinnovano ogni giorno il loro giuramento».
Ieri è stato l’anniversario del rastrellamento nazista al Ghetto di Roma. Anche lei avverte un ritorno dell’antisemitismo?
«Quella è stata una delle pagine più buie della nostra storia. I gerarchi nazisti avevano già pianificato il rastrellamento degli ebrei romani, ma sapevano che l’ostacolo più insidioso sarebbero stati proprio i carabinieri, che certamente si sarebbero opposti a un tale scempio. Purtroppo, l’antisemitismo rappresenta oggi uno degli aspetti più preoccupanti all’indomani del 7 ottobre 2023. Per far fronte a questa deriva, sono stati rafforzati tutti i dispositivi di osservazione e controllo sugli obiettivi riconducibili allo Stato di Israele e alle comunità ebraiche d’intesa con il ministero dell’Interno».
La preoccupano le manifestazioni estremiste pro-Palestina?
«Dall’inizio dell’anno abbiamo avuto 1.455 carabinieri feriti e la maggior parte di questi in servizio di ordine e sicurezza pubblica. Le proteste legate al conflitto in Medio Oriente ci hanno visto impegnati praticamente ogni giorno, in tutta Italia, sul fronte dell’ordine pubblico, in coordinamento con le altre forze di polizia. Come ha giustamente ricordato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, non deve in alcun modo passare l’idea che si possano vandalizzare impunemente le nostre città, mettendo in pericolo l’incolumità dei cittadini. Il diritto a esprimere le proprie opinioni è sacrosanto, ma finisce esattamente dove inizia la violenza gratuita e ingiustificata».
Fin dal suo insediamento ha sottolineato il ruolo chiave delle stazioni dell’Arma. Sono previsti ulteriori potenziamenti della rete territoriale dei carabinieri?
«Le stazioni rappresentano davvero l’anima della nostra presenza sul territorio. È nelle stazioni che si materializza il volto più autentico dell’Arma: quello del carabiniere che conosce le persone per nome, che comprende le dinamiche locali, che è punto di riferimento non solo nei momenti di emergenza ma anche nella quotidianità. Sono stazioni “di prossimità” e, mi lasci dire, svolgono un’opera socioeducativa, civica, civile, prima ancora che di “semplice” ordine pubblico. Segnalo anche che, per rendere ancora più efficace e aderente alle esigenze del territorio questo modello operativo, stiamo pensando da un lato ad una significativa manovra di potenziamento degli assetti radiomobili che, per loro attitudine operativa, idoneità dei mezzi e dell’equipaggiamento, possono assicurare un’azione di pattugliamento capillare e un pronto intervento ancora più rapido ed efficace, e dall’altro al rimodellamento nei comuni più piccoli delle stazioni, con spiccata vocazione alla prossimità, che chiameremo “residenziali”, alimentate con carabinieri interamente alloggiati in caserma».
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17 ottobre 2025 ( modifica il 17 ottobre 2025 | 07:30)
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