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Il caso del Giro dell’Emilia e il team israeliano di ciclismo che dopo le proteste pensa al ritiro: «Valutiamo la partecipazione con gli organizzatori»

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Il Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza sul Giro dell’Emilia è stato convocato per martedì prossimo. Ci saranno gli organizzatori, il Comune e i responsabili dell’ordine pubblico. Il livello di attenzione è altissimo.

La storica corsa ciclistica con arrivo a San Luca in programma il 4 ottobre è finita, come successo prima alla Vuelta e al Tour, al centro delle proteste globali contro il genocidio israeliano a Gaza a causa della partecipazione della Premier Tech, la squadra del magnate israelo-canadese Sylvan Adams che ha definito il team «un’iniziativa pubblicitaria mondiale per avvicinare le persone alla causa israeliana» parlando del massacro in corso nella Striscia come di una lotta «del bene contro il male, della civiltà contro la barbarie».

Il Giro dell’Emilia e le polemiche sul team israeliano

I collettivi hanno annunciato contestazioni nel caso di partecipazione della squadra che ha dovuto rinunciare al nome Israele e alla bandiera dopo le proteste in Spagna. 

«A Bologna la squadra israeliana non passerà, chiamiamo la città a bloccare il suo passaggio e questo tentativo di sportwashing portando bandiere palestinesi attraverso le strade», hanno scritto in una nota i Municipi sociali, una sigla che mette insieme realtà diverse come Labàs e Tpo. 

Il Comune, dopo l’appello dei collettivi, ha chiesto agli organizzatori di escludere la Premier tech, scatenando le ire del centrodestra che ha parlato di «preoccupante deriva antisemita».

La società: in contatto con gli organizzatori

La società, contattata dal Corriere, ha fatto sapere «di stare discutendo con gli organizzatori del Giro a proposito della partecipazione della squadra, ma al momento non ci sono ulteriore dettagli», ha detto una dirigente del team. «Ho parlato con loro, ho spiegato la situazione, è chiaro che siamo in difficoltà», racconta Adriano Amici di Gs Emilia, storico organizzatore dell’evento al termine di un’intensa giornata di riunioni, telefonate e contatti.

Amici mercoledì mattina ha avuto un incontro in Questura. «La cosa importante è che la corsa è confermata, ma bisogna evitare rischi per i corridori». 

I rappresentanti della società israeliana in questo momento si trovano in Ruanda dove, fino a domenica, si stanno svolgendo i mondiali di ciclismo su strada. Amici ha sentito più volte in giornata i direttori della squadra che in Emilia dovrebbe portare 7 corridori. 

Gli organizzatori non hanno il potere di escludere un top team che ha il diritto di partecipare a corse ProSeries come il Giro che parte da Mirandola. Amici ha contattato anche l’Uci, la federazione internazionale al lavoro sulla questione. 

«Bisogna capire come non danneggiare noi che non possiamo pagare penali e nemmeno la squadra che, a causa della mancata partecipazione, perderebbe punti —, dice Amati —. La situazione è difficile sia per le questioni ambientale sia perché l’arrivo è a San Luca» quindi in una strada piccola e difficile da controllare. Un effetto potrebbe produrlo la decisione della Uefa che la prossima settimana dovrebbe escludere Israele dalle competizioni del calcio. A quel punto anche il ciclismo potrebbe muoversi. Si vedrà. 

Intanto sul tema è tornata l’assessora allo sport del Comune Roberta Li Calzi. «Non è una posizione nei confronti degli atleti, ma come giunta abbiamo deciso di chiedere all’organizzatore di escludere questa squadra, che è estremamente collegata al governo di Israele: un governo che si sta macchiando di crimini orribili». 

Per questo, dice, «non si può tacere, i valori dello sport sono diametralmente opposti», ha spiegato l’assessora. Li Calzi ha aggiunto che «il Comune si adopererà per garantire l’organizzazione migliore per la città, mentre per quel che riguarda la sicurezza e l’ordine pubblico c’è la Prefettura». 

Su, invece, un ritiro spontaneo della squadra, l’assessora ha detto che «è difficile fare previsioni su una decisione che aspetta solo a loro».

Sulla vicenda è intervenuto anche Mauro Berruto, ex tecnico dell’Italvolley e membro della segreteria nazionale del Pd. «La Premier tech è un caso scuola, quella squadra ha nella sua fondazione la volontà di rappresentare il Paese e raccontare attraverso lo sport la causa israeliana con buona pace di chi dice che lo sport e la politica devono stare separati — ha detto —. Mi sorprendo della sorpresa degli organizzatori. Bene ha fatto il Comune che ho voluto ringraziare personalmente»


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26 settembre 2025

26 settembre 2025

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