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Il «Big beautiful bill» passa al Senato Usa. Decisivo il voto di Vance

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Il Senato ha approvato il «Big beautiful bill», il disegno di legge fiscale e di spesa che contiene tutte le priorità di politica interna del presidente Trump. Decisivo il voto del vicepresidente JD Vance per sbloccare il pareggio 50-50 dovuto al voto contrario di tre dissidenti repubblicani.

Il provvedimento contiene gran parte delle promesse elettorali di Trump, a partire da un robusto taglio delle tasse. Il testo passa ora al vaglio della Camera dove i repubblicani godono di una maggioranza meno risicata. Il testo, rispetto alla prima stesura è stato tuttavia profondamente modificato dai senatori. Se il testo venisse approvato, il debito pubblico americano esploderebbe di ulteriori 3.300 miliardi e proprio questo dato sta provocando spaccature all’interno del Gop.  

I timori ingenerati dai pinai fiscali della Casa Bianca sarebbero anche all’origine della fuga di molti investitori dai Treasury bonds (i titoli di stato americani)  e alla svalutazione del dollaro rispetto alle altre monete forti. 

Il «Big beautiful bill» prevede di compensare gli sconti alle tasse con tagli alla spesa pubblica, a cominciare da quella sanitaria. Una mossa che rischia però di lasciare senza copertura sanitaria oltre 10 milioni di cittadini americani. 

Nonostante questi ostacoli, la Camera sta organizzandosi per giungere all’approvazione definitiva del budget entro il 4 luglio, festa nazionale americana. Lo ha assicurato lo speaker della Camera, il repubblicano Mike Johnson, impegnandosi a rispettare la scadenza fissata da Donald Trump, che da mesi ripete di voler firmare il provvedimento contenente tutte le sue promesse elettorali entro il 4 luglio. 

il disegno di legge vale circa circa mille miliardi di dollari e si sbloccherebbe tagli fiscali e aumenti di finanziamenti per la sicurezza nazionale, in parte finanziati dal più grande taglio al sistema di welfare. Tra i provvedimenti contenuti nella legge di bilancio figurano anche tagli di fonti a favore dell’energia solare ed eolica, fonti che si vedrebbero penalizzate nei confronti di quelle fossili. «Saltata» invece l’idea di imporre una tassa ad hoc sugli impianti di energia green. 

notizia in aggiornamento 

1 luglio 2025 ( modifica il 1 luglio 2025 | 18:42)

1 luglio 2025 ( modifica il 1 luglio 2025 | 18:42)

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