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I droni di Mosca abbattuti in Polonia. «Vicini alla guerra»

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KIEV La Nato in confronto militare diretto con Mosca: il conflitto russo-ucraino sta sempre più degenerando nel rischio di una guerra mondiale. Questo il significato degli sviluppi delle ultime ore sul fronte dell’Europa orientale. La situazione di crisi inizia quando la Polonia viene attaccata direttamente da droni russi: sembra almeno 19, alcuni direttamente dalla Bielorussia, in una serie di vari sorvoli iniziata poco prima della mezzanotte di martedì e terminata soltanto ieri mattina alle sei e mezza. I droni cadono da soli o vengono abbattuti, i dati specifici delle operazioni belliche sono ancora da chiarire. Vengono chiusi per alcune ore i maggiori aeroporti nazionali, compreso quello della capitale. 

Un drone colpisce una palazzina a due piani abitata da un pensionato nel villaggio di Wyryki-Wola, mentre lui era al piano terra a seguire alla televisione le notizie del raid. L’uomo resta illeso e non sembra ci siano vittime, ma alcuni droni sono caduti a oltre cento chilometri dal confine sia con l’Ucraina che con la Bielorussia. Gli alleati della Nato intervengono attivamente per contribuire alla difesa dei cieli polacchi. Accanto agli F16 mobilitati dai comandi di Varsavia decollano anche gli F35 olandesi e un Awacs italiano specializzato nella sorveglianza dei cieli, oltre a velivoli Nato incaricati del rifornimento di carburante in volo per garantire pattugliamenti di lunga durata. Si attivano i radar e le difese antimissilistiche di Patriot tedeschi. Va subito detto che non è la prima volta che i droni russi, impegnati a colpire obiettivi in Ucraina, sconfinano nello spazio aereo polacco. Accadde già pochi mesi dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022, è avvenuto ripetutamente anche dopo, quest’anno le difese polacche lo hanno già denunciato due volte e ci sono già stati almeno due civili morti e diversi danni a zone agricole. Ma questa volta è diverso. Non era mai avvenuto che uno o più Paesi membri della Nato sparassero contro un obbiettivo russo. «Non siamo mai stati così vicini a un conflitto aperto con la Russia sin dal tempo della fine della Seconda Guerra Mondiale», sostiene al parlamento di Varsavia il premier Donald Tusk. Anche se lui stesso aggiunge subito rassicurante che «non c’è motivo per credere di essere sull’orlo di una guerra generalizzata».

Ma lo scenario apre a prospettive che soltanto pochi anni fa sembravano da fantascienza. Ieri all’alba i dirigenti polacchi hanno fatto ricorso all’articolo quattro della Nato, che prevede le «consultazioni» tra i partner in vista di una reazione armata comune. È avvenuto sette volte dalla nascita della Nato nel 1949, la più recente fu appena dopo l’invasione russa dell’Ucraina il 24 febbraio 2022, quando Putin parlava di «mobilitare» le sue unità addette alle «armi atomiche» e i comandi occidentali si trovarono nell’urgenza di elaborare una politica della difesa comune.

Mosca inizialmente ha mantenuto il basso profilo. Se nel passato i suoi portavoce militari si erano subito prodigati nello spiegare che si era trattato di droni o missili caduti in zona polacca «per errore», o perché deviati nel loro corso dai sistemi elettronici ucraini (jamming), questa volta un diplomatico russo a Varsavia dice che i droni erano indirizzati sull’Ucraina e non si voleva mirare alla Polonia. Lo stesso Tusk e i suoi militari replicano però che alcuni droni sono arrivati direttamente dalla Bielorussia, dove in questo momento l’esercito nazionale sta compiendo esercitazioni con unità russe, e quindi il jamming ucraino non può avere effetto.
Accuse al mittente

Più tardi Mosca ha replicato con le parole aggressive della propaganda e accusato Varsavia di mirare ad «aumentare la tensione» e cercando di puntare il dito sui droni ucraini. Da Kiev il presidente Zelensky rimanda l’accusa al mittente: sostiene che Mosca ha mirato di proposito e critica duramente i leader occidentali e globali per la «mancanza di azione». Gli fa eco poi il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, che afferma di non ritenere «accidentale» la pioggia di droni russi e aggiunge duro: «Si tratta di un attacco senza precedenti non solo sul territorio della Polonia, ma su quello della Nato e dell’Unione Europea». Intanto emerge che alcuni tra i droni non fossero armati, ma facessero parte delle centinaia di valore molto basso utilizzati per confondere le difese radar nemiche. Mentre tutti i maggiori leader occidentali, a partire dalla premier Meloni, condannano preoccupati quella che definiscono la «violazione inaccettabile» commessa dalla Russia, resta enigmatica la reazione di Donald Trump. «Perché la Russia viola lo spazio aereo polacco con i droni? Eccoci qui!», scrive sui social. Una dichiarazione segno della nuova distanza di Washington dagli alleati europei. Anche se poi l’ambasciatore Usa alla Nato, assicura che il suo Paese «è al fianco degli alleati». 

10 settembre 2025

10 settembre 2025

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