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Grimoldi, l’ex che cerca di rifare la Lega: «Salvini cerca voti con Vannacci e Mussolini, soldi regalati al Sud. Il Nord è stato tradito»

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Sono da poco passate le 16 quando il leader del Patto per il Nord Paolo Grimoldi, in tour in Bergamasca, chiede ai suoi accompagnatori, l’ex consigliere regionale Monica Mazzoleni e l’ex sindaco di Martinengo Mario Seghezzi, gli exit poll delle Regionali in Toscana. Salvini Premier — nel partito di ortodossia bossiana è tabù accostarvi la parola Lega —, si ferma al 4,4% contro il 21% del 2021. «E nel profondo Nord sarà peggio — profetizza Grimoldi —. Quando abbandoni tutte le tue battaglie politiche non può che succedere questo. Basta un esempio: hai promesso di togliere i caselli a pagamento dalle autostrade e invece ne metti di nuovi come sulla Milano-Meda. Ma lei lo sa quando è stata costruita?».

Me lo dica.
«Costruita e pagata nel 1958. Poi però mi trovi 14 miliardi di soldi pubblici. E siamo appena all’inizio».

Parla del ponte sullo stretto, vero? È diventato il vostro cavallo di battaglia.
«Non sono pregiudizialmente contrario ma non è certo la priorità di questo Paese e del Nord».

È quest’opera la cartina di tornasole della Lega salviniana?
«Magari, penso all’emendamento per dare 55 milioni di euro ai 24.600 forestali della Sicilia. La forza politica che una volta era la Lega fa emendamenti per distribuire soldi pubblici. Ha abrogato la mission per diventare altro».

Quand’è che è avvenuta questa mutazione?
«Sono entrato nella Lega nel 1991 e le parole d’ordine erano sempre quelle: federalismo e meritocrazia. Mi sono svegliato una mattina e qualcuno si era fregato il partito facendolo diventare una sorta di nuovo Udeur di Mastella».

La scelta è stata lasciarlo?
«Su consiglio di qualche persona un po’ più anziana e saggia di me, tipo Giancarlo Pagliarini, Mario Borghezio e lo stesso Umberto Bossi, abbiamo creato questa confederazione che ha raccolto 29 sigle. Sono dieci mesi che lavoriamo sul territorio e siamo ormai in 53 province. Arrivano anche gli amministratori, pochi giorni fa ha aderito il sindaco di Massalengo (Lodi, ndr) e altri arriveranno».

Qui abbiamo avuto il caso Martinengo con mezza sezione che è passata con voi.
«Mi creda, in privato il 95% della vecchia Lega la pensa come noi. A qualcuno manca il coraggio mentre altri hanno bisogno di lavorare. Tergiversano ma non possono non vedere che la Salvini Premier non ha più attinenza con i problemi del Nord».

Qualche malumore si è visto anche con il caso Vannacci aperto da Attilio Fontana.
«Nella vecchia Lega si entrava perché si era lombardi o veneti, non perché eri di destra o di sinistra. Ma il problema non è nemmeno questo. Oggi la Salvini Premier fa campagna acquisti con i Vannacci o le Mussolini. È un cartello elettorale eterogeneo con l’unico obiettivo di portare a casa un po’ di voti perché manca un progetto politico che la Lega aveva».

A Bergamo lei con una cordata di leghisti (Cristian Invernizzi e Alberto Ribolla) ha acquistato la discoteca Capogiro. Come vanno i rapporti tra soci, si parla di politica?
«Se ne parla e anche chi appartiene ancora alla Lega certifica che ci sono troppe cose che non vanno».

Tipo il valore della militanza?
«Questa non è una questione politica, ma morale. Non è possibile che chi è in Lega da 30 anni e ha fatto dal gazebo alle patatine alle feste, poi sia stato messo da parte per gente che è arrivata due mesi prima delle elezioni come l’ultima delle amiche di Berlusconi, la Laura Ravetto candidata a Legnano, mentre qui si sono fatti fuori Daniele Belotti, Monica Mazzoleni, Toni Iwobi, Cristian Invernizzi o Alex Galizzi, un’intera classe dirigente. Si sono perse le truppe scelte della Lega».

Il Patto per il Nord non è il solo movimento che vuole tornare alle origini della Lega: a Caravaggio ha tenuto il suo primo congresso il Partito popolare per il Nord di Roberto Castelli.
«Noi faremo il nostro a Treviglio il 14 e il 15 novembre e avremo un teatro Tnt pieno, non 38 persone. Avremo ospiti delegazioni di primo livello di molti partiti e un leader nazionale. Castelli è stato uno dei fondatori del Patto per il Nord, quando vuole le porte sono aperte».


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14 ottobre 2025

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