
Nadia Padovani cammina svelta nel paddock di Misano, dove la MotoGp correrà domenica. Accanto a lei l’inseparabile Ilenia che in un pomeriggio invernale del 1999, nelle sue mansioni da amministratrice della Gresini Racing, sentì citofonare alla sede di via Paganelli, a Faenza: «Guardia di Finanza, apra». Il maresciallo, con la schiena al muro per passare dietro la scrivania, rimase di stucco davanti alle dimensioni ridicole di quell’ufficio.
Fausto Gresini, campione del mondo in 125 , aveva fondato la sua squadra da due anni, la prima indipendente in MotoGp: «Oggi abbiamo una hospitality da 250 metri quadri», ribadisce Nadia, la moglie, con orgoglio, mentre presenta il libro che ha scritto: Gresini Racing, quando la vita si mette in moto, 176 pagine (Cairo editore), sul team che ha battuto i colossi, vincendo 4 titoli fra Moto2, Moto3 e MotoE.
Nel mezzo tante tragedie: è morto Fausto a 60 anni per Covid. Sono morti in pista Daijiro Kato (2003) e Marco Simoncelli (2011): «Sei bravissima e mi dicono anche cattivissima», sghignazza Paolo, il papà di Marco, in piedi sul palco nella zona del circuito intitolato al figlio: «Avevo tanta rabbia addosso, mi chiamavano Crudelia De Mon», annuisce Nadia, oggi a capo dell’azienda nonostante Loris Capirossi, allievo di Fausto, le consigliasse di vendere e scappare: «E invece siete troppo fighi», sorride l’ex ducatista. In prima fila i piloti Gresini: Aldeguer e Alex Marquez, ma anche gli ex, come il fratello Marc: «Nadia ha avuto due palle così a puntare su di me». Da oggi a Misano si fa sul serio (Sky dalle 10.40) e nell’attesa si brinda, ripensando alla faccia stranita del maresciallo.
11 settembre 2025
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