Home / Economia / Giugiaro compie 87 anni in clinica dopo lo schianto: «Io, salvo grazie agli angeli che dipingo. Non vedo l’ora di tornare a fare motocross»

Giugiaro compie 87 anni in clinica dopo lo schianto: «Io, salvo grazie agli angeli che dipingo. Non vedo l’ora di tornare a fare motocross»

//?#

«Forse mi hanno salvato tutti quegli angeli che ho dipinto nelle chiese. O più probabilmente è stato il motocross: se sono vivo dopo un volo di 30 metri per due tornanti vuol dire che il mio fisico è ben allenato dai saliscendi in sella su per le montagne». Disteso nel letto della clinica torinese dopo l’ennesima seduta di fisioterapia, Giorgetto Giugiaro, due costole rotte, «il ginocchio un po’ raschiato» e un busto da portare per qualche mese « che non mi fa dormire, ma per il resto sto benone», festeggia oggi 87 anni battendo i pugni per uscire al più presto e così lasciare nello specchietto retrovisore il terribile incidente che due settimane fa l’ha catapultato fuori strada ad Arzachena . «Mio figlio Fabrizio si farà portare a Torino quel carro armato di Defender su cui sono volato per due tornanti. Vuole capire come è possibile che mi sia salvato. A me frega niente. Appena esco ne compro un’altra, a dire il vero l’ho già ordinata: non vedo l’ora di tornare in pista». Il car designer del secolo, l’inventore della Panda e della Golf, fondatore di Italdesign, morde ancora il freno. E sogna come un ragazzino ancora le corse in auto, lo sgasare della moto e soprattutto il ritorno alla pittura. «A settembre avevo in programma di dipingere la cupola della chiesa di Garessio. Ritarderò di qualche mese ».

Giugiaro, intanto auguri di buon compleanno. Come sta?
«Dormire con il busto è una tragedia. Mi appisolo di giorno, di notte non chiudo occhio. Ma sono un miracolato. Quindi va benissimo così. Sono uscito con le mie gambe dall’incidente, anche se attraverso il parabrezza. Non è una cosa da poco. Ora spero di uscire dalla clinica, oggi o domani. Anche se non è male neanche la clinica. Si torna bambini, mi curano come fossi un bebè».

Ha ringraziato pubblicamente la tecnologia per la sicurezza dell’sua auto.
«Sì certo. Questa vettura è un carrarmato, non ha nemmeno preso fuoco. Anche se non ho ancora capito perché l’auto continuava ad accelerare in un percorso in cui procedevo a 20 all’ora. Ero lucido, attento. Mai avuto un incidente in vita mia, mai una bocciatura. Episodio strano. Bello comunque poterne parlare. Non era scontato. A bordo di un’altra vettura non so se ne sarei venuto fuori. E vuole dire che tutto sommato sono in forma, grazie al motocross senz’altro».

A 87 anni conta di tornare in sella?
«Ho fatto l’ultima uscita a giugno, prima delle vacanze. Non vedo perché non tornare in moto. Mi sono rotto due costole, non sono mica morto. Il motocross è uno sport duro ma che allena bene il fisico. Non vedo l’ora di sgasare di nuovo su in montagna all’Assietta».

Un volo di trenta metri, due tornanti. Un altro miracolo da dipingere.
«Sono un povero vecchio, forse miracolato, ma non mollo. Ho tanti progetti. Intanto voglio tornare alla pittura nella mia Garessio, devo completare devo completare il ciclo di affreschi su San Giovanni. Sto preparando la cupola».

Che cosa racconta?
«Pochi la conoscono. Ma la chiesa di San Giovanni a Garessio è un gioiello del Settecento. Ogni anno anno si fa la rappresentazione della passione di Gesù. Dopo aver dipinto il battesimo mi resta da terminare la decapitazione di San Giovanni con Salomè che ottiene cuò che vuole e l’ascesa in paradiso. Posso ritardare di qualche mese».

7 agosto 2025 ( modifica il 7 agosto 2025 | 05:31)

7 agosto 2025 ( modifica il 7 agosto 2025 | 05:31)

Fonte Originale