Home / Spettacoli / Giorgia: «L’anno scorso a Sanremo? Ho pianto per la prima volta in 30 anni. Il mio rimpianto più grande? Aver rifiutato delle cose per paura dell’aereo»

Giorgia: «L’anno scorso a Sanremo? Ho pianto per la prima volta in 30 anni. Il mio rimpianto più grande? Aver rifiutato delle cose per paura dell’aereo»

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La signora G…
«Il rimando a Gaber è aulico, ma G è anche la mia lettera e molti, a partire dai miei musicisti, mi chiamano G. E poi corrisponde al 7, numero sacro che rappresenta l’unione di terra e cielo. E questo è un disco di unione fra tra la mia musica di prima, tra l’altro l’album di debutto si chiamava proprio “Giorgia”, e il mio mondo di adesso».

Giorgia ha un nuovo album, «G» appunto, che esce venerdì 7 novembre e arriva dopo una fila di successi che hanno rilanciato la sua carriera: la co-conduzione del Festival 2024, «X Factor», il ritorno a Sanremo con «La cura per me», seconda canzone più ascoltata in streaming nel 2025…

La rinascita e Sanremo

Come racconta questi 18 mesi di rinascita?
«Con la faccina stupita (e mima l’emoticon ndr). C’erano stati momenti simili in passato, ma questa volta attraverso i social ho visto gli effetti. Sono Terminator: lo accoppano e si riforma».

C’è poco la sua mano come autrice: co-firma solo «La cura per me» e il nuovo singolo «Golpe».
«In passato credevo di poter dare più da sola. Invece è come dice Mina: scegliere la canzone adatta e farla tua, è come scriverla. C’è stato un momento in cui ho pensato di fare altro, la tv magari, poi il mio nuovo team mi ha presa per mano e riportata alla musica. Mi sono affidata alla scrittura contemporanea di giovani autori: ci sono tante parole e pochi spazi per i respiri. Ho dovuto lavorare con umiltà sulla voce. Negli ultimi dischi mi registravo da sola in casa, qui sono tornata in studio con Enrico Brun che mi diceva “rifacciamola meglio”. La sensazione è di un lavoro pieno e concluso, ora vediamo cosa dice il mercato».

I buu alla classifica di Sanremo sono un segnale…
«La reazione dell’Ariston è stata una secchiata in faccia… come a dire “aho, ci sei”. Ho pianto le mie uniche lacrime in 30 anni. Quando vinsi nel 1995 con “Come saprei” dissi solo “è fichissimo”: tutti pensarono che fossi una fredda».

«Cosa mi aspetto dalla vita alla mia età» canta in «Odio corrisposto»…
«Per carattere cerco di non aspettarmi nulla: un modo per mettermi al riparo dalle delusioni. In passato ho fatto delle cazz… Ho rifiutato cose belle perché non prendevo l’aereo; dissi di no a Bublé perché ero rigida sulle scelte musicali».

«Lo stalking non è femminismo»

C’è un tour con 18 palazzetti… e lo stadio?
«Non ho quell’ambizione. Fosse per me tornerei nei club».

«La cura per me» c’è anche in versione con Blanco che ne è autore. Ci sono piccole differenze nel testo…
«Lui aveva scritto “per me sei paura/ di rimanere sola” che ho cambiato in “spengo la paura/ di rimanere sola”. Nell’essere donna, nel mio passato di ricerca di autonomia, ho pensato che non stava bene dire a una ragazzina che mi ascolta che si può affidare la propria felicità ad altri».

«Femministe» indagate per stalking? Che ne pensa?
«Il femminismo ha preso una nuova piega rispetto agli anni 70 quando mamma e le zie mi hanno insegnato l’indipendenza con i libri e la gentilezza. Insultare altre persone non è femminismo».

Sensualità e ironia

«Voglio rifare tutto»…
«È una canzone sul tempo che passa. A volte penso che rifarei delle cose ma poi penso che le rifarei allo stesso modo solo godendomele di più… Ho un’indole tragica, la malinconia si prende tanto…»

…ma sorride sempre…
«Ho accompagnato mia mamma da una neurologa e mentre raccontavo cose della mia vita mi ha chiesto: “ma come ha fatto mantenere questa positività?”. Per me è naturale. Papà e mamma sono sempre usciti da situazioni difficili col sorriso. La condizione umana è disperata, ma con una battuta te la vivi meglio. Forse c’è anche un po’ romanità, la battuta anche in punto di morte».

E lì cosa direbbe?
«La rubo a Califano: “Non escludo il ritorno”. Un compagno di liceo che lavora con me mi ricorda che ai tempi avrei voluto come epitaffio “Non crematemi: nutellatemi”».

I testi sono spesso sexy…
«La sensualità è stata un tema soprattutto da un certo punto in poi della mia vita, direi dal 2003. Con un figlio di 15 anni mi inquieta vedere che c’è una generazione di giovanissimi che apprezza, ma se stare in seduzione sarebbe stagliato verso me stessa e le altre donne, la sensualità è qualcosa di diverso, che hai o non hai».

4 novembre 2025

4 novembre 2025

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