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Gerry Scotti: «De Martino? I belli sono avvantaggiati, nel gioco dei pacchi non c’è nessun merito»

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Sorpreso?
«Nonostante se ne sia parlato parecchio è stato un fulmine a ciel sereno. Per me è un esordio in un orario mai sperimentato in 40 anni di carriera. È venuto il tempo di lasciare altri titoli che forse ho fatto per troppi anni». Gerry Scotti è il vestito buono per tutte le stagioni. Da lunedì alle 20.40 torna in onda con La Ruota della Fortuna con il compito di cercare di rafforzare la fascia dell’access prime time di Canale 5. Paperissima Sprint trasloca, poi lui a settembre sfiderà i pacchi di De Martino.

Ha rubato il posto ad Antonio Ricci?
«Ma no. La decisione era nell’aria da tempo, anche Pier Silvio Berlusconi ne aveva già parlato qualche mese fa. Striscia rimarrà per sempre una delle mie più grandi esperienze televisive». La battuta è pronta: «Non gli ho fatto le scarpe, al massimo i sandali visto che è estate. A parte gli scherzi, Striscia tornerà più forte di prima: non è una rivoluzione, ma solo un’evoluzione».

Abbandona la sua comfort zone?
«La fascia preserale è casa mia, è l’orario che mi consente di entrare nella casa degli italiani tra la cucina e il salotto. Questa è una nuova sfida, una bella emozione».

Qual è la forza della «Ruota»?
«È un grande classico della tv italiana e mondiale. Un titolo forte per la sua semplicità, la sua nazionalpopolarità, la sua familiarità, che ben si sposa con il mio volto: l’aggettivo familiare lo trovo molto calzante, per me è sempre un complimento quando mi dicono che sono uno di famiglia».

Con Ricci cosa vi siete detti?
«Ho condotto Striscia fino a poco fa. Ci siamo parlati nel mio camerino e nel suo ufficio diverse volte nell’ultimo periodo. I temi erano quelli».

A settembre sfiderà «Affari Tuoi».
«Mi faccia usare una parolaccia, i pacchi sono il nuovo benchmark di quell’ora. Molti dicono che loro sono come il Psg nel calcio: ingiocabili. Ma visto che sono un vecchio pazzo, la parola ingiocabilità non mi piace. Se abitualmente fanno il 28% di share e si mettono a fare il 25% vorrà dire che il risultato è arrivato».

Pier Silvio Berlusconi l’ha definito un game che si avvicina al gioco d’azzardo.
«Se uno non è fortunato non va da nessuna parte, ma in tutti i quiz che ho condotto — dal Milionario a Caduta Libera — la componente del merito è sempre preponderante. Da noi non basta tirare una monetina per vincere, alla Ruota della Fortuna chi arriva in fondo lo merita. Affari Tuoi invece assomiglia molto di più a una riffa, si avvicina alla ludopatia».

Perché Stefano De Martino funziona?
«Per la freschezza, la giovinezza, la novità nel panorama televisivo, per quel guizzo di napoletanità che, da Totò in poi, funziona. E poi la bellezza: diciamolo, i belli sono avvantaggiati. Ma nella vita tanti sono come me, uomini normali: io sono l’alternativa ai belli».

Ha un consiglio per lui?
«De Martino fa programmi più seguiti dei miei, è lui che deve dare consigli a me!».

Un game che le piacerebbe condurre?
Ride. «Vado in palestra, imparo a ballare, tiro la monetina e faccio i pacchi».

12 luglio 2025

12 luglio 2025

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