
Sanno di avere gli occhi di tutti puntati addosso, è il partito che deve dimostrare di non arretrare rispetto ai grandi risultati delle ultime due competizioni, entrambe conclusesi con oltre il 30 per cento di consensi in Veneto. Anche Fratelli d’Italia inizia a pensare alle liste per renderle competitive, ma soprattutto per portare a Venezia quasi il triplo dei consiglieri regionali rispetto al 2020. Insomma, avere la maggioranza «in maggioranza»: è questa la meta finale.
Non ci sono dubbi che tutti gli uscenti troveranno spazio: Enoch Soranzo a Padova, Lucas Pavanetto a Venezia, Joe Formaggio a Vicenza, Tommaso Razzolini a Treviso, Stefano Casali a Verona e l’assessore alla formazione Valeria Mantovan (entrata un anno fa al posto di Elena Donazzan eletta eurodeputata) a Rovigo. Ma ci sono altri due uscenti che cinque anni fa militavano nella Lega e hanno cambiato partito, e puntano a una candidatura in lista: Marco Andreoli a Verona e Silvia Rizzotto a Treviso (questa più certa). Per i primi otto ci siamo. Ma bisogna arrivare a 55 nomi in totale e la corsa, viste le prospettive di elezione, si fa infuocata e molto interessante. Perché spuntano grandi nomi, fra i Fratelli che ambiscono al Consiglio Regionale, a partire da big come Sergio Berlato a Vicenza e Massimo Giorgetti a Verona, ma non si esclude ritorno dell’ex consigliere Dario Bond (ex azzurro) a Belluno.
Meloniani senza fretta
Rispetto al Pd che ha già chiuso tutte le liste e rispetto alla Lega che ha lanciato le auto-candidature per entrare in lista – o nelle liste – e sabato comincerà ad affrontare le questioni burocratiche, i meloniani non sentono fretta, senza data del voto e senza candidato c’è ancora tempo. Lo si percepisce anche dalle dichiarazioni dei leader (Antonio Tajani a Roma nei giorni scorsi riteneva plausibile un incontro e sulle Regioni dopo Ferragosto). E così, al netto degli uscenti ricandidati, bisogna ascoltare i territori e i movimenti social e politici di queste settimane in cui più che ferie si fa campagna elettorale.
I nomi a Venezia, Padova e Verona
A Venezia, terra del senatore Raffaele Speranzon, i nomi più probabili per completare la lista sono Matteo Penzo di Chioggia, il sindaco di Marcon Matteo Romanello e Francesca Zaccariotto, ex sindaco e presidente della provincia, oggi assessore con Luigi Brugnaro. A Padova potrebbero scendere in campo il sindaco di Albignasego Filippo Giacinti, la sindaca di Villa del Conte Antonella Argenti (che qualche settimana fa entrava nelle cronache per il suo libro «A una donna leccate l’anima») ed Elena Cappellini, consigliera a Padova. Verona punta su Venezia con Diego Ruzza di Zevio, Anna Leso del capoluogo e il vicepresidente della Provincia David Di Michele, ma il nome che fa più rumore è quello di Massimo Giorgetti, storico esponente della destra veneta e con esperienza in Regione sia da consigliere che da assessore ai lavori pubblici e all’edilizia. Lui avrebbe iniziato le manovre, ma ci sarebbero contrasti nel partito veronese.
Di chi si parla a Treviso, Vicenza, Rovigo e Belluno
A Treviso gli altri nomi forti sono il presidente provinciale Claudio Borgia, l’assessore del capoluogo Gloria Sernagiotto (figlia dell’ex assessore regionale Remo), il sindaco di Meduna di Livenza Arnaldo Pitton e si parla un possibile inserimento dell’avvocato Fabio Crea. A Vicenza si apre la strada per l’ex sindaco Francesco Rucco, che in questi mesi sta girando in lungo e in largo la provincia, il sindaco di Montegalda e presidente della Provincia Andrea Nardin, l’ex sindaca di Bassano Elena Pavan. E poi Berlato, l’uomo «dei cacciatori», oggi deputato a Bruxelles, ma i suoi voti possono fare molto comodo in Veneto, in una provincia in cui la Lega è forte. Ma è anche la provincia di Elena Donazzan che il 6 agosto, sui social, pubblicava un sondaggio del 2024 in cui, in una quadriglia di candidati alla Regione, sarebbe stata la preferita. A Belluno, terra del coordinatore regionale Luca De Carlo, si parla soprattutto di Bond e Silvia Calligaro, presidente provinciale di FdI e sindaco di Vigo di Cadore. Dai monti non ci sono eletti, oggi, in Consiglio, l’obiettivo è tornarci. A Rovigo non è escluso che possa tornare in pista l’ex assessore Isi Coppola, quindi il consigliere rodigino Fabio Benetti e l’ex assessore Matteo Zangirolami.
La partita della giunta
Rispetto ai sei (più due) attuali, Fdi vuole puntare almeno a una quindicina di nomi in Regione. Per Mantovan e Pavanetto si gioca anche la partita di un assessorato: su 10 posti in giunta, in caso di un presidente di Regione leghista a FdI ne andrebbero cinque, con l’obiettivo di ottenere le deleghe più importanti a fronte della «cessione» della poltrona principale. Ma tutto dipende dagli accordi dei leader (potrebbe servire ancora qualche settimana) e dal risultato delle diverse liste.
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7 agosto 2025
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