
Estate, tempo di polemiche. Su principi, valori, storia. Posizioni diverse. Fraintendimenti o diatribe sterili? La contestazione sulla «pastasciutta antifascista» organizzata dal Comune di Ville di Fiemme arriva dal deputato bolzanino di FdI Alessandro Urzì, alla quale risponde il senatore autonomista (suo concittadino) Luigi Spagnolli: «Forse preferisce la pasta Balilla», attacca. Mentre su «Bella ciao», canto ufficiale della resistenza partigiana e simbolo di libertà in molti Paesi del mondo la polemica arriva dall’Anpi dell’Alto Garda Trentino: «Il Comune di Nago Torbole ha impedito di suonarla durante la celebrazione dei martiri della Resistenza del 28 giugno 1944». «Non è vero — la replica del sindaco Gianni Morandi — il canto era previsto, ma c’è stato un malinteso». Ed esprime «un sincero rammarico per quanto accaduto», la vicesindaca del Comune sul Garda e organizzatrice dell’evento, Sara Balduzzi. «Amareggiata» per non essere stata contattata prima della querelle pubblica.
Un piato di pasta l’arresto di Mussolini
Sulla «pastasciutta antifascista, dunque, l’evento che ogni anno celebra la memoria del 25 luglio 1943, con la notizia dell’arresto di Mussolini e la caduta del governo fascista e i festeggiamenti con la pastasciutta gratuita per la popolazione distribuita dai fratelli Cervi prima del loro eccidio, si accanisce l’onorevole bolzanino, Alessandro Urzì, che dal suo profilo Facebook attacca il Comune di Ville, dove è organizzata per il 27 luglio a Diano. Il post al veleno: «Val di Fiemme? Che ti fa venire in mente? Monti, boschi, architetture rurali splendide, passeggiate?», chiede retoricamente. «No!! Per il Comune di Ville di Fiemme e soprattutto la Pro Loco vai in vacanze in val di Fiemme per la “pastasciutta antifascista!”. Te la propinano anche in vacanza. Un delirio, una ossessione, oltre ad essere una azione di marketing disastrosa… », la definisce il politico altoatesino. Poi attacca direttamente «il sindaco di Ville di Fiemme Paride Gianmoena, pure presidente del Consiglio delle autonomie: equilibrio, adieu…». Poche ore dopo la replica di Spagnolli: «Non è un’ossessione. È memoria. È storia. È il ricordo dei sette fratelli Cervi: in val di Fiemme come in tutta Italia la loro tragedia e il loro coraggio continuano a vivere» dice. «Urzì se ne faccia una ragione, non sarà certo lui a riscrivere la storia o a cancellare la memoria di chi ha sacrificato la vita per la libertà. L’unica cosa da fare è inchinarsi con rispetto».
Bella ciao», le scuse del Comune
Per il «Bella ciao» mancato, l’Anpi rimarca come nessuno a parte loro abbia «mai nominato la parola partigiani» e si sia «mai chiaramente detto che il regime fascista italiano fu artefice e collaborazionista in tutte le stragi avvenute durante l’occupazione straniera», con «canti che nulla avevano a che fare con i valori della resistenza».
Eppure l’evento era stato organizzato dalla vicesindaca e concordato con l’Anpi: «La giornata, carica di significato e preparata con attenzione in ogni suo dettaglio, è stata purtroppo segnata da un malinteso organizzativo che ha impedito l’esecuzione del canto “Bella ciao” nel momento previsto», spiega Balduzzi. E chiedendo «scusa all’Anpi, ai suoi iscritti e a chi si aspettavano di ascoltare quel brano simbolico», sottolinea: «Meglio sarebbe stato avvisarmi» per «trovare insieme una soluzione, invece di lasciare l’evento». Scusandosi ancora, ribadisce «nessuno ha mai dato l’indicazione di escludere “Bella ciao” una canzone di tutti, anzi: il suo inserimento era stato garantito anche il giorno prima al presidente Anpi da me».
Vai a tutte le notizie di Trento
<!–
Corriere della Sera è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.–>
Iscriviti alla newsletter del Corriere del Trentino
3 luglio 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA