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Francesco Santolin, due ori in Canada ai Mondiali di freestyle frisbee: «Tutto è iniziato come un gioco nelle piazze di Vicenza»

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Un frisbee partito da Vicenza è arrivato in cima alle vette mondiali. Francesco Santolin, 34 anni, ha conquistato due ori e un bronzo ai Mondiali di freestyle disc disputati in Canada, portando la sua disciplina, fatta di coreografie spettacolari a ritmo di musica, sotto i riflettori internazionali. Un percorso nato quasi per caso, cresciuto tra le piazze vicentine e ora divenuto una professione dopo il trasferimento a Milano.

Santolin, come nasce la sua passione per il frisbee?
«All’inizio ho comprato un disco per divertirmi con gli amici. Quando ho cominciato era solo un hobby, poi mi sono accorto di avere anche un lato competitivo e il frisbee, che in realtà dev’essere chiamato freestyle disc per una questione di royalties del nome è diventato il mio sport principale»

Quando ha iniziato a gareggiare sul serio?
«Nel 2022, al Mondiale di Milano, sono entrato per la prima volta nelle finali conquistando un secondo e un terzo posto»

Che traguardi ha raggiunto da allora?
«Nel 2024 a Varsavia ho vinto un oro, un argento e un bronzo. Quest’anno in Canada due ori e un bronzo»

Com’è stata l’esperienza del Mondiale di Toronto?
«Con Riccardo Montanari abbiamo vinto nella categoria Open Pairs. Insieme a Tom Leitner, leggenda americana che vive a Roma, ci siamo imposti anche nella Open Coop. Inoltre ho conquistato il bronzo nella coppia mista con la polacca Zofia Wilczek»

È uno sport che permette di vivere da professionista?
«Non ci sono grandi sponsor e ci organizziamo da soli i viaggi. Però le vittorie ci aiutano a proporci nelle scuole e nei centri estivi: essere campioni del mondo fa presa sui ragazzi»

Quanto si allena per mantenersi a certi livelli?
«All’inizio avevo il disco in mano ogni giorno. Ora preparo sessioni mirate, ripetendo le coreografie finché diventano automatiche. Faccio anche arti marziali per la preparazione fisica»

Cosa rappresenta per lei essere il primo vicentino ad affermarsi in questa disciplina?

«Un grande orgoglio. Ho iniziato a Vicenza, senza maestri di riferimento, allenandomi la sera in piazza delle Poste o al parco Fornaci»

Chi è stato decisivo nel suo percorso?
«Fix, il custode della Valletta del Silenzio, mi portò a vedere il primo torneo a Rimini. Da lì in poi rimasi stregato. I primi passi li ho mossi anche grazie a lui e oggi lo ringrazio»

Oggi dove vive e cosa fa?
«Da dieci anni sono a Milano, dove gestisco un centro ricreativo e culturale dedicato al frisbee, fondato dal pioniere Valentino De Chiara»

E il futuro del frisbee freestyle in Italia?
«Siamo tra le nazioni più forti insieme a Stati Uniti, Germania e Polonia. Ogni nuovo ragazzo che si avvicina vale quasi più di una medaglia»


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10 settembre 2025

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