
C’è una fotografia del 5 novembre, con due vecchi in carrozzella, che sembrano godersi serenamente il verde intorno a loro e l’aria aperta; Jorge Mario Bergoglio ed Emma Bonino, che lui è andato a trovare. È tempo di comunicati di morte; il Papa deve cedere alla grande legge e trova il tempo e le forze per salutare gli amici. Ogni morte, ogni addio hanno la loro unicità, la tentazione della paura e la forza di vincerla.
C’è da inchinarsi al rispetto con il quale il Pontefice ha parlato da pari a pari con chi condivide la sua fede e con chi non può farla propria ma non può non sentirne la grandezza. E sono questa grandezza e la forza che essa può comunicare e che si avvertono in tante parole e in tanti gesti del Papa, che sembrano l’espressione di un animo che non ha paura, come quei personaggi di un famoso racconto di Kipling, che la vincono quando capiscono la grandezza che può esserci nella vita e nella morte di un uomo. C’è qualcosa di epico nella fede e nelle battaglie per una vita più umana; in figure come Bergoglio c’è qualcosa cui vorremmo assomigliare.
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23 aprile 2025 ( modifica il 23 aprile 2025 | 22:04)
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