
«Cura, crescita e meraviglia». Sintesi del Manifesto della Fondazione Crt, nata a Torino nel 1991 e figlia di una storia iniziata quasi due secoli prima: perché quell’acronimo, Crt, sta per Cassa di risparmio di Torino, una banca fondata, già allora, su chiari principi filantropici. Da leggere in passato come sostegno alle fasce più deboli della popolazione, e oggi, parlando di filantropia culturale, come qualcosa in grado di ridisegnare il ruolo sociale dell’impresa.
Del tutto naturale, quindi che, dalla Fondazione Crt potesse nascere la Fondazione Arte Crt, creata 25 anni fa, il 27 dicembre del 2000, per arricchire e valorizzare il patrimonio culturale e artistico torinese e piemontese. In che modo? Da un lato, con l’acquisizione di nuove opere (sono poco meno di mille, realizzate da 330 artiste e artisti di ogni parte del mondo, per un valore che supera i 43 milioni di euro) a disposizione dei visitatori della Gam (Galleria civica d’arte moderna e contemporanea) e del Castello di Rivoli; dall’altro, con azioni e progetti per lo sviluppo, il rafforzamento e l’efficienza dell’intero sistema.
«La filantropia ha il potere di generare cambiamento e di contribuire in modo concreto alla crescita sociale e culturale dei territori. È con questa visione che la Fondazione Crt ha dato vita alla Fondazione Arte Crt: il nostro ente “art oriented”, nato per valorizzare il patrimonio artistico e culturale della comunità», afferma la presidente della Fondazione Crt, Anna Maria Poggi.
Dal Rinascimento ai giorni nostri, la filantropia applicata all’arte è sempre stata guidata dalla volontà di estendere a una grande platea la possibilità di godere della bellezza. Ma la Fondazione Arte Crt, guidata dalla presidente Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, ha voluto puntare ancora più in alto, sostenendo artisti, progetti di residenza, fiere, gallerie e le più importanti manifestazioni culturali del territorio. «Promuovendo reti e iniziative nell’ambito della formazione e dell’educazione, riconosciute a livello nazionale come modelli innovativi, contribuendo a rendere l’arte accessibile, viva e generativa», aggiunge Poggi, introducendo ciò che la Fondazione Arte Crt si prepara a realizzare in questi mesi che la separano da un anniversario così importante. Seguendo le sei linee strategiche del programma: spazio pubblico, internazionalizzazione, comunità, professioni, educazione e collezione.
Partendo dallo spazio pubblico, ecco allora «Radis» (radice in piemontese), progetto nato per far conoscere l’arte fuori dai musei. Questa seconda edizione (inaugura il prossimo 5 ottobre) si terrà nelle Langhe, borgata Valdibà, a due passi da Dogliani, nel Cuneese, dove l’artista kosovaro Petrit Halilaj realizzerà, là dove c’era una scuola di borgata, Abetare (un giorno a scuola), 2025 – Disegni e scarabocchi dei banchi delle scuole di Dogliani e dei Balcani: disegni incisi sui banchi di scuola di Dogliani e disegni dell’artista formeranno una casa abitata da creature fantastiche.
Del progetto «Radis» fa parte anche un’esposizione proveniente dalle collezioni della Fondazione Arte Crt e dalla Fondazione Crc. Ed ecco la seconda parola strategica del programma: «collezione». I nomi: Lucio Fontana, Mario e Marisa Merz, Marina Abramovic, Michelangelo Pistoletto, William Kentridge, Liam Gillick e altri ancora. E tanto altro: basti pensare alle 350 immagini dei più grandi fotografi italiani del dopoguerra, o alle opere video (oltre 120), sonore, Nft e che vivono nel metaverso. A proposito di collezione, in occasione della ventottesima edizione di «Luci d’artista», a Torino dal 24 ottobre all’11 gennaio prossimi, la Fondazione Arte Crt donerà alla città una prestigiosa opera al neon firmata dalla britannica Tracey Emin.
Se ritrovare le radici di un luogo vuol dire riscoprire opere diffuse sul territorio cuneese (accadrà con «Radis», ammirando opere come la Cappella del Barolo trasformata da Sol LeWitt e David Tremlett, o la scultura in alluminio di Jean-Marie Appriou, tra i vigneti di Roddino e Neviglie), per la voce «internazionalizzazione» si può dire lo stesso ricordando la 57ª conferenza annuale di Cimam, International Committee for Museums and Collections of Modern Art, a Torino dal 28 al 30 novembre: del resto, cosa rappresenta Fondazione Arte Crt, se non «un impegno che ha dato vita a un ecosistema culturale vitale e condiviso, capace di rendere Torino e il Piemonte poli sempre più attrattivi e innovativi nel panorama internazionale», commenta Anna Maria Poggi.
Tornando al Cimam, nel cercare di comprendere quale possa essere il museo di domani, c’è l’impegno di Fondazione Arte Crt: «La voce del museo è fondamentale per motivare la cittadinanza, educare, custodire non solo opere e pratiche, ma anche la libertà e il diritto alla speranza per un mondo equo».
Tutto ciò non sarebbe possibile senza una «educazione» alle «professioni» (altre due strategie del programma). «Aperto», giunto alla seconda edizione (fino a febbraio) prevede quattro seminari dedicati alla formazione specialistica (una vera professione) sull’arte contemporanea; insieme alla formazione, l’educazione rappresenta da sempre un obiettivo centrale della Fondazione Arte Crt, che si concretizza nel bando «aulArte» rivolto alle scuole del Piemonte, per le quali è stato messo a disposizione un contributo di 60 mila euro, per i costi delle uscite didattiche nei musei e nelle fondazioni di arte contemporanea del Piemonte: dal Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea alla Cittadellarte – Fondazione Pistoletto (a Biella), alla Fondazione Ferrero, ad Alba, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e tante altre ancora.
Tutte attraversate da un senso di «comunità», l’ultima linea strategica della Fondazione, la cui collezione sarà raccontata in un nuovo catalogo che vedrà la luce nel 2026. Un work in progress dell’arte: perché a Torino e dintorni (Piemonte compreso), cinque lustri di vita sono soltanto l’inizio di un nuovo sogno contemporaneo.
26 settembre 2025 (modifica il 26 settembre 2025 | 20:00)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
26 settembre 2025 (modifica il 26 settembre 2025 | 20:00)
© RIPRODUZIONE RISERVATA