
Sarà eseguita lunedì a Brescia l’autopsia sul corpo di Graziano Fiorita, il massofisioterapista del Lecce scomparso improvvisamente a soli 47 anni. L’esame dovrà accertare con precisione le cause del decesso, con l’ipotesi di un arresto cardiocircolatorio come punto di partenza, ma ancora tutta da verificare. Secondo quanto emerso finora, Fiorita non soffriva di alcuna patologia nota.
La tragedia ha colpito al cuore l’intero ambiente giallorosso. Fiorita era una colonna silenziosa ma essenziale del club, una figura familiare per generazioni di calciatori.
Nato e cresciuto a Copertino, aveva seguito le orme del padre Fernando, anche lui storico fisioterapista del Lecce, diventando con gli anni molto più di un professionista: un fratello maggiore, un confidente, un punto di riferimento umano oltre che tecnico per società e calciatori.
Faceva parte della famiglia giallorosso dal 1999, quando venne assunto dall’ex patron Semeraro per il settore giovanile.
Fiorita è stato trovato ieri mattina senza vita nella sua stanza d’albergo a Coccaglio, nel Bresciano, dove la squadra si trovava in ritiro in vista della partita con l’Atalanta. Una scoperta che ha sconvolto giocatori e staff, subito rientrati nel Salento.
La Lega Serie A, accogliendo la richiesta del club sconvolto dalla tragedia, ha concesso il rinvio della gara, riprogrammandola però soltanto di due giorni: si giocherà domenica sera alle 20:45. Una decisione che non trova affatto d’accordo la squadra, ancora sotto choc, né la società né i tifosi. Domani mattina i calciatori ripartiranno per Bergamo, sapendo che l’amico che non c’è più si trova a poche decine di chilometri da loro, in una cella frigorifera, in attesa dell’autopsia.
La decisione della Lega ha scatenato dure polemiche. Tra le voci più critiche quella del consigliere regionale Paolo Pagliaro: «Una scelta insensata e vergognosa. In un momento in cui sarebbero stati necessari raccoglimento, serenità e rispetto umano, si è imposto un ritmo che rischia di comprimere il dolore, banalizzandolo. Invito le istituzioni del calcio a rivedere tale scelta, perché è distante dal sentimento profondo che in queste ore sta unendo la squadra, la società e l’intera tifoseria».
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25 aprile 2025
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