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Fiorentina, la prima mossa del neo direttore Goretti è Paolo Vanoli: accordo a un passo per il nuovo allenatore, debutto contro il Genoa?

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Non ha perso tempo, Roberto Goretti. La prima mossa anzi l’ha fatta già nel suo primo giorno da direttore sportivo viola in pectore. Gli indugi di questi giorni intorno al nome del nuovo allenatore, sembrano ormai conclusi: Paolo Vanoli è a un passo dalla Fiorentina, dopo una serie di telefonate (proficue) col neo responsabile dell’area tecnica viola. 

Molto staccate, a questo punto, le candidature di Palladino, Nesta e Mancini.

Vanoli sostituirà (se tutto filerà liscio) Pioli e tenterà di dare l’accelerata a una squadra spenta e impaurita al punto di piombare all’ultimo posto. Le parti sono al lavoro per definire gli accordi anche sullo staff, mentre con il Torino il tecnico sta limando i dettagli che lo porteranno a rescindere il contratto.

Oggi l’ex terzino guarderà i viola in tv, da domani invece potrebbe già essere al Viola Park per dirigere il primo allenamento: con la Fiorentina l’accordo sarebbe di un anno e mezzo (a patto naturalmente di ottenere la salvezza), mentre l’esordio potrebbe esserci già domenica nella delicatissima sfida salvezza con il Genoa a Marassi. 

L’anno scorso Vanoli arrivò undicesimo con il Torino, una posizione che non bastò per convincere i granata a confermarlo (dopo un ottimo avvio, il Toro calò sensibilmente). Il suo curriculum però parla di un’esperienza ormai vasta, coi giovani e non solo: a Venezia, prima di firmare coi granata, raggiunse una promozione in serie A insperata. A Mosca, con lo Spartak, vinse la coppa nazionale nel 2022, mentre a Coverciano, nelle giovanili azzurre, ha fatto esperienza fino a far parte dello staff dell’allora c.t. Ventura. 

A proposito di staff, da non dimenticare la doppia esperienza come vice di Conte, sia al Chelsea sia all’Inter. Dal tecnico campione d’Italia ha imparato il pugno duro: i suoi giocatori lo raccontano come «un martello». 

I moduli è abituato a cambiarli, i principi però restano quelli: gioco palla a terra e ritmi alti, senza dimenticare quel motto che gli insegnò Arrigo Sacchi («Una squadra deve essere un’orchestra»).

A Firenze lo ricordano soprattutto per il gol nella finale d’andata col Parma, nel 2001, che valse un pezzo della Coppa Italia poi vinta dalla Fiorentina. L’ultima della bacheca di un club che ora, più che pensare ai trofei, ha bisogno come il pane di un condottiero che lo sappia rialzare dalle sabbie mobili. 


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6 novembre 2025

6 novembre 2025

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