
In effetti, era ora che qualcuno ci pensasse: poche auto come la Fiat 500 meritano una celebrazione anche fuori dalle strutture museali. Parliamo di un modello, nato nel 1957 da una geniale intuizione di Dante Giacosa, che uscì di scena solo nel 1975 con oltre 5 milioni di unità vendute, in più versioni. Ma più che i numeri, conta il peso sociale che ha avuto per quasi un ventennio diventando l’utilitaria che «motorizzò» l’Italia, grazie alle sue incredibili qualità tecniche e a un prezzo competitivo per l’epoca. Icona dello stile italiano e ancora oggi amata. Appassionati e collezionisti si ritrovano in raduni che testimoniano l’affetto che la circonda e dove si possono ammirare le varie serie della 500 classica come le versioni speciali dei carrozzieri, le sportive Abarth o le Giardiniera.
Un’opera nata da due metà
Mancava un’opera, insomma, a renderle omaggio e ci ha pensato proprio un club: il Coordinamento Fiat 500 Club Italia Novara-Laghi. Guidato dal fiduciario Marco Leonardi, il club ha trovato il sostegno di Fabio Maggeni, sindaco di Barengo, una cittadina di soli 700 abitanti in provincia di Novara che ha abbracciato il progetto fin dai suoi albori. Dopo anni di impegno, il sogno ha preso forma attraverso la donazione di due metà di Fiat 500 da parte di due fratelli, trasformate in un’opera d’arte da Gaudenzio Fortina, storico artigiano e amico del Club. Il restauro, eseguito con maestria, ha dato vita a un monumento che non è solo un omaggio al «Cinquino», ma un simbolo di armonia con il territorio. Il colore ruggine, ispirato ai mezzi agricoli, e le ruote tassellate d’epoca evocano il legame tra la Fiat 500, il lavoro e il paesaggio di Barengo.
29 luglio 2025 (modifica il 29 luglio 2025 | 16:09)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
29 luglio 2025 (modifica il 29 luglio 2025 | 16:09)
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