La Croisette si riempie di bellezza e appassionati del mondo nautico. Cannes apre le porte (dal 9 fino fino al 14 settembre) alla 48esima edizione dello Yachting Festival, il più grande d’Europa, dove – tra gli altri – Ferretti presenta 26 imbarcazioni in esposizione, con nove novità, tra cui sette anteprime mondiali per i marchi Ferretti Yachts, Itama, Riva e Wally, e due europee.
La crescita
L’avvocato Alberto Galassi, ceo del gruppo, non nasconde l’entusiasmo: «Nei momenti che contano, come a Cannes, Ferretti Group mette in campo la sostanza e il talento. Nove première con barche meravigliose che raccontano le persone che lavorano con noi e la nostra grande capacità industriale. Numeri, passione e competenza sono anche quelli della nostra solidità finanziaria. Zero debiti, siamo nelle condizioni ideali per crescere ancora».
Ferretti si presenta all’appuntamento in Costa Azzurra con indicatori solidi: ricavi netti per 620,4 milioni nel primo semestre 2025 (+1,5% rispetto all’anno precedente), un Ebitda di 99,1 milioni (+2,5%) e un utile netto stabile a 43,6 milioni. La raccolta ordini è a quota 467 milioni, mentre il portafoglio ordini raggiunge 1.446 milioni di euro, registrando una leggera diminuzione rispetto al 30 giugno 2024. L’Europa rimane il mercato più importante seguito dal Middle East.

Il debutto a Cannes arriva dopo mesi di incertezza legati a tariffe, tensioni geopolitiche e rallentamenti dei mercati. «È finita l’incertezza che abbiamo avuto in primavera – ha aggiunto Galassi –. Aprile è stato un mese molto strano, in cui i nostri clienti avevano paura per il loro stesso business. Le tariffe di Trump non hanno colpito solo la nautica, ma ogni settore merceologico. Non si può prescindere dal mercato americano, non è sostituibile. Una volta stabilite le tariffe al 15%, tutto ha preso una sua dimensione».
La connessione
Oggi la situazione è cambiata: «A Monaco, durante la preview, abbiamo avuto 650 clienti in tre giorni. Il mercato è ripartito. Il lusso vero non soffre», ha aggiunto Galassi.
Lo scontrino medio di Ferretti è di 6 milioni. Il 42% dei clienti acquista anche altri brand del gruppo e il 46% sono clienti abituali e fidelizzati. In Italia, osserva il ceo, bisognerebbe fare più squadra: «Siamo i primi al mondo ma non facciamo valere il nostro peso politico».
Cambiano anche le abitudini e le esigenze: «La gente vive molto di più in barca rispetto al passato e ha una maggiore richiesta di connettività. Abbiamo Starlink su tutte le barche. È un’altra nautica rispetto a quando sono arrivato io undici anni fa».
Sostenibilità, ambiente e innovazione
Sostenibilità e innovazione sono due assi portanti della strategia. «L’automotive è stata obbligata all’elettrico da normative discutibili, noi lo abbiamo fatto volontariamente. Riva El-Iseo, il nostro primo modello full electric, è già realtà. Non abbiamo avuto una normativa che ci ha imposto di andare verso quella direzione – spiega l’avvocato – La scelta che il nostro teak provenga da piantagioni certificate è volontaria. La scelta di usare materiali più leggeri, come il carbonio per risparmiare peso e quindi carburante, è volontaria. Ma la transizione deve essere ragionevole: non puoi spostare una nave di 50 metri con una batteria».
Il capitale umano
Accanto alla tecnologia, resta centrale la dimensione umana. «Il 90% dei nostri asset sono le persone che escono ogni sera dai cantieri», sottolinea Galassi. Da qui l’idea di creare percorsi formativi mirati: una scuola di mestieri che affianca i giovani al lavoro artigianale e li accompagna subito all’assunzione. «Dei 40 ragazzi che l’anno scorso hanno frequentato i nostri corsi, 40 sono entrati in azienda. È il modo migliore per preservare un sapere che non si improvvisa: imparare a lavorare legni pregiati, a rifinire gli interni, a tradurre la bellezza in prodotto».

Il modello richiama quello della «Scuola Enzo e Dino Ferrari», nata a Modena per formare i tecnici dell’automotive. «Abbiamo deciso di finanziare corsi di ingegneria navale all’Università di Bologna e di costruire percorsi alternativi per chi non vuole l’università ma sogna di lavorare subito. È così che si difende un patrimonio di competenze uniche», spiega Galassi. Il capitale umano è il centro del lavoro. «Ogni notte penso alle 1.900 famiglie che ho sulle spalle – ha detto il ceo- 1.900 persone senze le quali non si realizza tutta questa bellezza, ricca di esperienza e saper fare tutto italiano. Carlo Riva mi disse: “Falle belle”. È tutto lì. La bellezza attrae bellezza».

9 settembre 2025
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