Ferrari sembra mettersi alle spalle gli choc della semestrale e del nuovo piano industriale e con i dati in crescita dei nove mesi mette le ali al titolo, anche se siamo ancora lontani dal picco di febbraio (480 euro sulla scia del bilancio 2024): oggi è il miglior titolo del listino a 352 euro (+3,6%).
Il peso di Trump
La Rossa di Maranello da luglio a settembre ha riportato ricavi netti pari a 1,76 miliardi, in crescita del 7,4% rispetto all’anno precedente con 3.401 consegne (18 in più); l’utile operativo è pari a 503 milioni, in aumento del 7,6% rispetto al 2024 con un margine pari al 28,4%, l’utile netto a 382 milioni (+2%). Escludendo i 32 milioni di euro di benefici derivanti dalle attività legate al reparto corse e al lifestyle, il margine dell’utile operativo secondo gli analisti di Citi è stato probabilmente intorno al 26,7%, ovvero 170 punti base in meno rispetto al 28,4% riportato. L’ebitda è a 670 milioni, in aumento del 5% rispetto all’anno precedente, con un margine pari al 37,9%. La generazione di free cash flow industriale ammonta a 365 milioni.
Secondo il cfo Antonio Picca Piccon, gli impatti dei dazi Usa «sono inclusi» nei conti del terzo trimestre e «hanno determinato una diluizione del margine a cambi costanti. La maggior parte delle consegne negli Stati Uniti era rappresentata da modelli i cui prezzi erano stati aggiornati». Con le barriere tariffarie americane al 15% «abbiamo fissato un aumento dei prezzi fino al 5%, quando erano al 25% era fino al 10%», ha chiarito il ceo del Cavallino, Benedetto Vigna.
Confermata la guidance
Il gruppo ha confermato la guidance per il 2025 che colloca i ricavi netti a 7,1 miliardi di euro (da 7 miliardi della precedente stima), un ebitda adjusted di 2,72 miliardi con margine al 38,3% (da 2,68 miliardi e margine al 38,3%), un utile per azione diluito adjusted di 8,80 euro (da 8,60 euro), con free cash flow industriale di 1,30 miliardi (da 1,2 miliardi).
Le consegne e le sponsorizzazioni
Le consegne nel trimestre sono state trainate dalla 296 Gts, dalla Purosangue, dalla famiglia 12Cilindri, ancora in fase di accelerazione delle consegne, e dalla Roma Spider. Durante il trimestre è aumentato il contributo della famiglia SF90 XX, mentre la 296 Gtb si è avvicinata alla fine del suo ciclo vita e la SF90 Spider è giunta a fine consegne nel trimestre. Sono diminuite rispetto all’anno precedente anche le consegne della Daytona SP3, il cui ciclo vita di serie limitata si è concluso tra luglio e settembre. I prodotti consegnati nel trimestre includono sei modelli con motore a combustione interna (Ice) e cinque modelli a motore ibrido, che hanno rappresentato rispettivamente il 57% e il 43% delle consegne totali. L’aumento dei ricavi da sponsorizzazioni, proventi commerciali e relativi al marchio a euro 211 milioni, +21,0% (+22,0% a cambi costanti), è attribuibile principalmente alle sponsorizzazioni e alle attività lifestyle, nonché all’aumento dei proventi commerciali legati al migliore posizionamento nel campionato di Formula 1 dell’anno precedente. Dove «puntiamo a vincere. Lo dobbiamo ai nostri tifosi, per alimentare la loro passione e il lato inclusivo del nostro marchio», ha detto il ceo Benedetto Vigna.

Ordini e buyback
L’ad ha poi fornito chiarimenti agli analisti in call, aggiungendo che «la decisione di completare l’attuale programma di riacquisto di azioni entro quest’anno, ancora una volta con un anno di anticipo rispetto al previsto, riflette i nostri progressi e la forte fiducia nel futuro». I lanci della famiglia Testarossa e della Amalfi, stanno contribuendo inizialmente all’acquisizione ordini. «Di fatto, il portafoglio ordini si estende ben oltre il 2027», rivela Vigna. «Nei prossimi trimestri avremo un significativo cambio generazionale dei modelli. A gennaio 2025 solo il 15% della nostra gamma era nella fase di ramp up produttivo, mentre chiuderemo l’anno con il 35% della gamma in fase di ramp up», ha aggiunto.


4 novembre 2025 ( modifica il 4 novembre 2025 | 16:57)
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