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Ferragosto, le mostre in mostra

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Settembre poi verrà. E sarà il tempo delle grandi mostre evento su Beato Angelico, Man Ray e Salvador Dalí, Giovanni Fattori, Emilio Vedova più Tintoretto. Anche Ferragosto può riservare però belle sorprese, in un sodalizio virtuoso che offre l’opportunità di riscoprire le collezioni (e spesso persino i depositi) di un museo proprio grazie a mostre che sono (più o meno) eventi. Ecco un’ipotesi di percorso da Nord a Sud.

Brassaï porta Parigi ad Aosta

Il Centro Saint-Bénin di Aosta invita a «ritrovare» Parigi attraverso l’occhio di Halász Gyula alias Brassaï (1899-1984), il grande fotografo ungherese naturalizzato francese che ha fatto della capitale uno dei suoi soggetti preferiti: una Parigi che appare sempre molto più di una semplice scenografia per quanto eccellente (Brassaï. L’occhio di Parigi, fino al 9 novembre). In mostra oltre 150 tra stampe, sculture e documenti che raccontano la Ville Lumière nella sua vita quotidiana come nelle sue follie.

Torino ritrova Melotti

Nel 1972, la Galleria Civica di Arte moderna di Torino aveva dedicato una grande retrospettiva a Fausto Melotti (1901-1986). La Gam presenta ora Lasciatemi divertire! (fino al 7 settembre). La retrospettiva, dietro un titolo che è la citazione di una poesia di Aldo Palazzeschi del 1910, propone oltre cento opere dagli anni Trenta alla maturità che evidenziano il carattere giocoso e sperimentale dell’arte di Melotti, costantemente in bilico tra musica, natura e mito.

Il Lotto di Bergamo

Nel cinquecentesimo anniversario della partenza da Bergamo di Lorenzo Lotto (1480 circa-1556/1557), l’Accademia Carrara propone Dentro Lorenzo Lotto (fino al 31 agosto), progetto incentrato sulla Pala di San Bernardino (1521) e arricchito dalle fotografie di Axel Hütte (1951). Nel museo bergamasco la grande (quasi tre metri per tre) la Pala, abitualmente conservata nell’omonima chiesa ora chiusa per lavori di consolidamento, è stata inserita in un percorso che la mette in dialogo con il patrimonio di Lotto conservato dall’Accademia.

L’omaggio di Venezia a Sartorio

Pittore, scultore, scrittore e anche regista, il romano Giulio Aristide Sartorio (1860-1932) nel 1907 realizza un grande ciclo decorativo per il Salone centrale della Biennale di Venezia di quell’anno. Appena restaurato, Il Poema della vita umana, questo il titolo del ciclo, viene ora riproposto nella sua versione originale (4 scene principali e dieci teneri verticali) a Ca’ Pesaro (fino al 28 settembre) con tutta la forza e tutta la grandiosità delle sue scene mitologiche e allegoriche che esplorano tematiche universali, con un simbolismo attualissimo.

Music, un europeo a Gorizia

Nell’anno di Nova Gorica-Gorizia capitale europea della cultura condivisa da Slovenia e Italia, Palazzo Attems Petzenstein propone una retrospettiva su Zoran Music (1909-2005). La mostra goriziana Zoran Music. La Stanza di Zurigo, le opere e l’atelier (fino al 31 ottobre) si concentra su La stanza di Zurigo: si tratta di un’opera realizzata dall’artista sloveno tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio dei Cinquanta per la sorelle Charlotte e Nelly Dornacher che gli chiesero di decorare la cantina della loro villa a Zollikon, sulle colline di Zurigo, in Svizzera. Nelle decorazioni si ritroveranno tutti i temi più cari a Music: i cavallini, i nudini, le vedute di una Venezia trasognata.

Marini e gli antichi ad Arezzo

Divisa tra la Galleria Nazionale d’arte moderna e contemporanea e la Fortezza Medicea di Arezzo, la mostra Marino Marini. In dialogo con l’uomo (fino al 2 novembre) si concentra — appunto — sulla figura di Marino Marini (1901-1980), artista che ha reinterpretato come pochi altri i simboli e le forme del mondo antico. Attraverso dipinti, sculture e opere monumentali, si ripercorrono le tappe della sua evoluzione artistica, tra mitologia e astrazione, offrendo una riflessione critica sul valore di Marini.

Le pergamene avvolgono Perugia

L’idea della mostra Extra. Segni antichi/ Visioni contemporanee a Palazzo Baldeschi (fino al 6 gennaio 2026) nasce nel 2024, quando Fondazione Perugia acquisisce una selezione dalla Collezione Albertini consistente in circa 1.700 copertine in pergamena datate tra il Duecento e il Quattrocento. Che vengono ora messe a confronto con le opere di 18 artisti contemporanei, da Emilio Isgrò a Maria Lai. La mostra nel capoluogo umbro segue la traccia di un titolo rubato a una pergamena in cui compare la parola Extraordinariorum, utilizzata nel latino tardo per descrivere qualcosa di non consueto, inaspettato, eccezionale.

Wangechi Mutu, il Kenya a Roma

Fino al 14 settembre la Galleria Borghese (la stessa di Apollo e Dafne di Gian Lorenzo Bernini e della Pala Baldeschi di Raffaello) accoglie i Poemi della terra nera dell’artista keniana, ma trapiantata a New York, Wangechi Mutu (1972). La mostra è concepita come un intervento site-specific che si sviluppa nelle sale interne del museo, sulla facciata e nei Giardini Segreti, sfidando in qualche modo la classicità. La mostra coinvolge anche l’American Academy in Rome, dove è esposta Shavasana I, scultura in bronzo e paglia ispirata ai concetti di morte, di abbandono, di dignità.

Doppio Caravaggio per Napoli

Sull’onda del successo della grande esposizione romana di Palazzo Barberini (più di 450 mila visitatori in 20 settimane) il napoletano Museo di Capodimonte ospita Doppio Caravaggio (fino al 2 novembre) mettendo faccia-a-faccia due dei capolavori di Caravaggio (1571-1610) esposti proprio a Palazzo Barberini (dove fino al 30 settembre rimarrà eccezionalmente visibile un altro dei gioielli della mostra romana, la Conversione di Saulo, 1601 circa). Da una parte, l’Ecce Homo (1605) ritrovato nel 2021 a Madrid (e ora in prestito al Prado); dall’altra, la Flagellazione di Cristo (1607) di Capodimonte. Un confronto incredibile che rende omaggio (se mai fosse necessario) al genio di Michelangelo Merisi da Caravaggio.

Il Futurismo scopre Centuripe

I maestri come Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Fortunato Depero e i loro (meno noti) seguaci come Giulio D’Anna, Pippo Rizzo, Vittorio Corona: il Centro Espositivo Antiquarium di Centuripe (in provincia di Enna) ospita Futurismo e Futuristi Siciliani (fino al 4 novembre). Una mostra che rappresenta un viaggio in 40 opere attraverso l’«esperienza futurista» in quella Sicilia che negli anni Venti-Trenta si distingueva per la capacità di mantenere la propria identità artistica pur sperimentando innovazioni ben più internazionali.

15 agosto 2025 (modifica il 15 agosto 2025 | 11:59)

15 agosto 2025 (modifica il 15 agosto 2025 | 11:59)

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