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Fastball: che cos’è il test che dura solo tre minuti per accelerare la diagnosi di demenza

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La continua digitalizzazione della medicina presto potrà accelerare anche la diagnosi di demenza grazie a una app utilizzabile a domicilio su un laptop portatile. Basta guardare per 3 minuti una serie di foto che scorrono in un particolare ordine sullo schermo mentre s’indossa una cuffia elettroencefalografica (Eeg) collegata via WiFi al pc per controllare l’attività cerebrale durante l’esecuzione del test.
I ricercatori delle Università inglesi di Bath e Bristol diretti da George Stothart hanno chiamato questo strumento, per ora disponibile solo in Inghilterra, Fastball che letteralmente significa «palla veloce».

Dieci anni di vantaggio 

In uno studio appena pubblicato su Brain Communication i ricercatori sostengono che questo strumento potrà far recuperare i 10-20 anni di ritardo diagnostico che oggi si perdono prima di scoprire la malattia rilevando in anticipo l’inizio del declino in modo rapido e oggettivo perché garantito dalla contemporanea registrazione Eeg.
Dallo studio risulta che Fastball individua soprattutto il calo della memoria più che il declino cognitivo rendendolo quindi più adatto a individuare la Mci, acronimo di Mild Cognitive Impairment, cioè «compromissione cognitiva lieve» detta volgarmente dimenticanza patologica e che spesso è l’anticamera della demenza di Alzheimer.

Non avere fretta 

«La ricerca di una maggior praticità e rapidità non deve però farci rinnegare decenni di esperienza su milioni di pazienti con i test neuropsicologici usati di routine a favore di un nuovo test usato solo per un anno su 107 soggetti di cui 53 con Mci e 54 controlli sani e che andrà verificato con studi più ampi» – commenta il professor Alessandro Padovani dell’Università di Brescia e presidente della Società Italiana di Neurologia (Sin) –  «Oggi, infatti, quando si sospetta che qualcuno si stia ammalando di demenza di Alzheimer o soffra di Mci, prima di passare a esami di secondo livello come tau-PET o risonanza magnetica, si effettuano esami neuropsicologici come l’Mmse (Mini-Mental State Examination) o il MoCA (Montreal Cognitive Assessment) che vengono poi ripetuti nel tempo per verificare il decorso della malattia e per giudicare la risposta a trattamenti in corso». 

Si tratta di prove standardizzate compilabili dai pazienti in un quarto d’ora che possono ricordare quelle della settimana enigmistica e che assegnano un punteggio con cui il neurologo valuta il livello di compromissione in determinati domini cognitivi.
Il punteggio totale deriva dalla somma di punteggi minori studiati in modo da indagare la funzionalità ad esempio dell’attenzione, della capacità di calcolo, di quella dell’orientamento spaziale, di quello temporale, ecc. ecc.

L’importanza del neurologo 

Il nuovo strumento riduce i tempi di compilazione del paziente e di successiva valutazione medica, ma Fastball non può sostituire il camice bianco. Se il punteggio Mmse totale può genericamente dire se siamo o meno fuori norma, è il neurologo che, andando a spulciare i vari punteggi minori, può capire cosa contribuisce di più al problema. Diversamente da un meccanismo elettronico egli può orientarsi così per il miglior trattamento da adottare e, dal punto di vista normativo, anche per quello consentito: i farmaci anti-Alzheimer vanno infatti prescritti all’interno di un certo punteggio Mmse con un piano terapeutico previsto dalla nota 85 dell’Aifa. Un aggiornamento di tre anni fa ha reso meno rigida questa norma personalizzando il trattamento alle esigenze del paziente che viene in parte svincolato dai punteggi testuali dando al medico una maggior libertà di giudizio e di prescrizione, anche in vista dei nuovi farmaci monoclonali.

Il test Mmse è quello più diffuso ed è usato in tutto il mondo dal 1975, tant’è che nel ’97 ne è stata addirittura creata una versione braille per pazienti non vedenti. Dal 2017 in Usa esiste anche una versione online chiamata Mmse Calculator che è solo in inglese, mentre la versione cartacea è stata tradotta praticamente in tutte le lingue del mondo.
Nel 2005 è arrivato il MoCA un altro valido test che ha una sensibilità superiore del 70% all’Mmse per la Mci e del 20% circa per la malattia di Alzheimer. La sua specificità generale è però inferiore a quella dell’Mmse.

Le variabili da considerare

Ma oltre a confrontarsi con questi test ormai validati da anni i problemi che Fastball dovrà affrontare non sono finiti qui perché i fattori da considerare sono molti: se già i vecchi test risentono dell’influenza di età, genere, livello d’istruzione, ecc. dei pazienti, c’è da temere che il nuovo test elettronico possa non essere poi così oggettivo. A conferma dei caveat del professor Padovani uno studio israeliano dell’anno scorso ad esempio ha riservato una sorpresa a quasi 50 anni dall’introduzione dell’Mmse scoprendo che i suoi risultati più oggettivi si ottengono valutando i pazienti il lunedì piuttosto che negli altri giorni della settimana perché sono meno stressati grazie al riposo guadagnato nel weekend. 
Lo stesso discorso vale per la valutazione EEGrafica che per una perfetta riuscita richiede un setting particolarmente tranquillo dove la presenza di un medico è importante anche solo per calibrare il corretto posizionamento dei sensori sul cuoio capelluto che egli può verificare su un monitor.
Non sappiamo ancora se il casco EEGrafico di Fastball potrà risentire di errori di mal-posizionamento sulla testa da parte del paziente, un piccolo inconveniente che potrebbe incrinare la vantata oggettività della sua valutazione.

7 settembre 2025

7 settembre 2025

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