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Farmacie, il primo sciopero dei dipendenti a Roma: «Umiliati, vogliamo stipendi dignitosi»

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Camice bianco, cartelli e bandiere. I dipendenti delle farmacie di Roma e del Lazio sono scesi in piazza oggi primo luglio per la prima protesta e il primo sciopero nella Capitale. «Una paghetta paternalistica da parte di Federfarma nei confronti dei lavoratori delle farmacie, è una vergogna e ci sentiamo umiliati. Per questo siamo oggi in piazza a Roma», dicono i sindacati dei dipendenti delle farmacie in protesta a Roma sotto la sede di Federfarma in piazza San Giovanni.

Lo sciopero nella Capitalo oggi è durato 4 ore, con i lavoratori sul piede di guerra per il rinnovo del contratto fermo al palo: alla base della protesta c’è la posizione di Federfarma che «ha confermato la proposta di un aumento salariale complessivo di soli 120 euro per i prossimi tre anni», giudicata «inadeguata e irricevibile» dalle organizzazioni sindacali.

Una delegazione dei delegati sindacali presenti in piazza è stata ricevuta da Federfarma. «Oggi è una giornata molto importante», ha detto all’Adnkronos il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, Natale Di Cola, «è il primo sciopero dei farmacisti e delle farmaciste che sono in piazza per chiedere un giusto rinnovo del contratto e un giusto salario. Sono professionisti a cui viene chiesta un’alta formazione e grande competenza. Sono attenti al servizio e alle persone ma vogliono il riconoscimento dei loro diritti».

Secondo Claudia Delfini, funzionaria del sindacato Fisascat Cisl Roma Capitale, «il problema è anche normare la farmacia dei servizi, diciamo che è un settore che non ha conosciuto la crisi della pandemia Covid, anzi. Le farmacie hanno avuto una crescita esponenziale del fatturato, ora restituire qualcosa a chi ha contributo a quella crescita credo sia giusto». Delfini poi spiega: «Federfarma ci ha informato che i 120 euro offerti per il rinnovo del contratto non sono un dogma ma che i 360 euro da noi proposti sono una cifra troppo alta. Ci attendiamo una proposta e di essere riconvocati a livello nazionale altrimenti siamo disposti a continuare la mobilitazione».

Tanti i giovani che oggi sono scesi in piazza per lamentare ore massacranti, la mancanza di sicurezza negli orari notturni, il fatto che «manca l’indennità di cassa», come ha raccontato alle agenzie una farmacista di una grande catena che opera a sud della Capitale. «In molti non sanno che prendiamo come uno store manager di un catena di abbigliamento, anche dopo tanti anni di servizio”», ha ammesso una farmacista.

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1 luglio 2025 ( modifica il 1 luglio 2025 | 16:34)

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