
Con le coronarie messe a dura prova dalla performance dell’Italia, affamati di Serie A che si ripresenta già sabato con il derby d’Italia e in astinenza dalla musichetta della Champions, sarà difficile distogliere gli occhi dalla tv. Il calcio italiano vive una settimana non banale: giorni decisivi per gettare i semi sul futuro della Nazionale, del campionato e dei destini europei delle big.
Fabio Capello, dal suo osservatorio privilegiato come opinionista di punta di Sky, è rimasto sorpreso dalla fragilità difensiva degli azzurri?
«Ci siamo risvegliati all’improvviso scoprendo che non abbiamo difensori. Già contro l’Estonia avevamo sofferto, poi contro Israele siamo stati anche distratti. Però ci consoliamo con attaccanti efficaci e che lottano».
La conforta il balzo in classifica nel girone?
«I punti sono fondamentali, però devo ammettere che non vedo grosse possibilità di migliorare la fase difensiva. Incontreremo la Norvegia nell’ultima partita e per quella data Gattuso dovrà lavorare per trovare un equilibrio che ora non abbiamo».
Sotto quale aspetto vede la mano del c.t.?
«Ho letto dichiarazioni di giocatori che confessavano di essere prima confusi e che ora sentono il dovere di dare una mano. Probabilmente non erano pronti ad affrontare tutte le partite con il giusto atteggiamento psicologico».
Torna il campionato. Curioso di vedere la Juventus?
«Molto. Intanto ha ritrovato solidità difensiva con Bremer e Gatti. Aveva già una base solida a cui ha aggiunto energie con nuovi attaccanti, come David e Openda. È una squadra costruita molto bene, seguendo le indicazioni dell’allenatore: peraltro Tudor aveva avuto modo di conoscere meglio i giocatori nel corso del mondiale americano. E poi ha Vlahovic che, pur partendo dalla panchina, quando entra ha la fame di dimostrare il proprio valore».
É già pronta per vincere lo scudetto?
«Devo ammettere che rispetto alle previsioni l’ho portata più avanti nella mia personale griglia. La favorita è il Napoli, poi l’Inter e la Juventus appunto».
Chi ha più da perdere sabato?
«Diciamo che sarà uno step fondamentale per i nerazzurri per dimostrare di essersi messi alle spalle il Psg. Per i bianconeri è un test importante per confermare di essere da titolo».
Chivu avvia un nuovo ciclo ma con gli stessi giocatori di prima. Lei come ci è riuscito al Milan?
«Quando arrivai a Milano, dopo Sacchi, radunai i giocatori e dissi loro: “Tutti dicono che siete stanchi, esauriti. Fateli ricredere”. Anche all’Inter dovrebbero pungolare i calciatori così da far rimangiare a noi critici tutte le parole spese. I giocatori devono aver voglia di riaccendere la luce».
Il Napoli saprà mantenere il furore agonistico nel doppio impegno?
«La Champions è troppo importante a livello economico e di prestigio: tutti vogliono fare bella figura. Ma Conte ha due opzioni per ogni posizione e il grande feeling con De Laurentiis è un fattore decisivo. La squadra è completa, forse perde qualcosa con l’infortunio di Lukaku. Vedremo come Hojlund lo sostituirà».
Sabato affronterà la Fiorentina di Kean: è la miglior punta italiana in circolazione?
«Nel doppio impegno azzurro si è rivelato pericoloso in ogni azione: certamente ha mostrato voglia e determinazione. Il fatto di aver rinnovato il contratto a Firenze lo ha responsabilizzato. Si vede che si sente centrale nel progetto».
Modric e De Bruyne sono due esempi di campioni non più giovanissimi arrivati in Italia. Colpito da questa ondata anomala?
«Non direi: il calcio italiano è così lento che chi ha una classe superiore, come i due fuoriclasse che ha citato, non fatica a emergere».
Come vede il suo Milan?
«Eh mi pare che sia nella stessa situazione della Nazionale. Ha un centrocampo che fa poco filtro e difensori che guardano molto la palla e poco gli avversari. Senza contare che quando si perde il pallone rientrano in pochi e pure lentamente».
Non la convince la rivoluzione estiva sul mercato?
«Una squadra è come un albero. Il tronco è la base portante: un difensore centrale solido, un centrocampista che scherma e dà il via alla manovra e un attaccante che segna. Mi sembra che qui manca più di un elemento ma Max è un allenatore intelligente e troverà il modo di sopperire».
Un posto in Champions è l’obiettivo realistico?
«Direi minimo, non giocando le coppe».
Come vede il possibile ingresso in società di Adriano Galliani?
«Sono suo amico, sarei contento. Ma me lo auguro soprattutto per il bene del Milan».
Chi l’ha stupita finora?
«Gasperini per come è entrato in poco tempo nella testa dei giocatori, riuscendo a incidere in un contesto pieno di pressioni come quello di Roma che ben conosco».
La prossima settimana inizia la Champions: le avversarie da tenere d’occhio?
«Sono desideroso di vedere all’opera il Manchester City che esordirà proprio con il Napoli e ci darà la misura della sua caratura europea, il Real Madrid con il nuovo Xabi Alonso in panchina e il Psg, dopo il trionfo».
Dopo due finali in tre edizioni conquistate da Inzaghi, per Chivu la Champions si prospetta come un Tourmalet da scalare?
«Eh sì, ma la squadra potenzialmente c’è. Ovviamente il tecnico deve recuperare giocatori che sono stati in passato decisivi: mi riferisco a Calhanoglu, ad esempio, che ora deambula per il campo».
É così proibitivo l’esordio in coppa per l’Atalanta col Psg. Juric sta faticando a imporsi?
«La squadra era abituata a un certo tipo di gioco. Dopo nove anni di Gasperini sembra che i bergamaschi stiano accusando un po’ di rilassatezza. Comprensibile dopo l’addio di un sergente di ferro».
La mina vagante della manifestazione?
«Mi auguro sia la Juventus. In Europa come in Italia è una squadra nuova che può sparigliare le previsioni».
11 settembre 2025 ( modifica il 11 settembre 2025 | 07:01)
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