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Emissioni al 2040, l’accordo degli Stati Ue. Taglio della CO2 sì, ma flessibile. Ora il negoziato con il Parlamento europeo

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Dalla nostra corrispondente
BRUXELLES La strategia prendere o lasciare è stata vincente per l’Italia. E alla fine, pur di avere un accordo in vista della Cop30 di Bélem che inizia lunedì prossimo, gli Stati più ambiziosi sul clima e la Commissione europea hanno accettato di chiudere un accordo che annacqua la legge che fissa per il 2040 un obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 del 90% rispetto ai livelli del 1990, introducendo una serie di flessibilità. Attualmente l’Ue pesa per il 6% delle emissioni globali e tra qualche anno passerà al 4%.

Il negoziato iniziato due giorni fa tra i ministri dell’Ambiente dei Ventisette si è protratto per oltre 18 ore e si è sbloccato solo nella notte tra martedì e mercoledì. All’una del mattino è risultata chiara l’impasse e il commissario al Clima Wopke Hoekstra, stanco e in maniche di camicia, è entrato nella sala della delegazione italiana per confrontarsi con il ministro Gilberto Pichetto Fratin per sbloccare l’intesa, che ha richiesto altre due ore di trattativa. Roma ha costruito con la Polonia una minoranza di blocco di dieci Stati che ha tenuto testa ai Paesi più ambizioni sul clima — Spagna, Germania, Olanda, Francia, gli Scandinavi — per ottenere una serie di cambiamenti alla proposta della Commissione. L’Italia ha riunito il gruppo di Visegrád — Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia — determinato comunque a votare contro, più Romania, Grecia, Austria, Belgio e Bulgaria. Pichetto Fratin ha aggiornato costantemente gli altri Paesi sull’andamento dei negoziati. Il gruppo, benché eterogeneo negli obiettivi, è rimasto compatto durante tutta la trattativa lasciando intendere che non avrebbe aperto all’accordo se non in cambio di alcune richieste. 

Alla fine è stata trovata l’intesa sulla posizione negoziale del Consiglio, con il sostegno di 21 Stati: contrari Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria, mentre si sono astenuti Belgio e Bulgaria. Il testo dovrà essere ora negoziato con il Parlamento europeo, che dovrà definire la propria posizione nelle prossime settimane.

«Con questo accordo, che condizionerà la futura produzione legislativa dell’Ue, è finito il Green Deal ideologico per lasciare spazio a un Green Deal pragmatico, compatibile con la competitività e l’industria», ha commentato una fonte diplomatica europea. Il target del taglio delle emissioni a livello Ue del 90% proposto dalla Commissione è rimasto, ma potrà essere raggiunto a partire dal 2036 anche attraverso crediti di carbonio internazionali di alta qualità fino al 5%, rispetto al 3% della proposta iniziale. È stato introdotto anche un periodo pilota tra il 2031 e il 2035. L’Italia ha tenuto il punto su due richieste: l’inserimento nel testo del ruolo dei biocarburanti nel raggiungimento del target e la possibilità di introdurre un’ulteriore flessibilità del 5%, che gli Stati potranno usare su base volontaria per conseguire l’obiettivo nazionale di riduzione delle emissioni di gas serra. Questo nell’intesa è stato legato alla clausola di revisione della Legge sul clima. Per Roma era una linea rossa perché intende mettere a frutto gli investimenti in Africa del Piano Mattei così da alleggerire lo sforzo di decarbonizzazione della nostra industria. «È un compromesso buono che accoglie le istanze presentate dall’Italia», ha commentato al termine della riunione il ministro Pichetto Fratin.

A sbloccare il negoziato ha contribuito anche l’accordo sul posticipo di un anno, dal 2027 al 2028, dell’entrata in vigore del sistema di scambio delle quote di emissione dell’Ue per edifici e trasporti su strada (Ets2), chiesto da Romania e Polonia ma gradito anche all’Italia. La posizione del Consiglio introduce anche una valutazione biennale per monitorare i progressi verso gli obiettivi intermedi. I Paesi hanno inoltre rafforzato la clausola di revisione già prevista dalla Legge sul clima ogni cinque anni, che potrà includere l’adeguamento dell’obiettivo 2040 o misure aggiuntive di sostegno.

Gli Stati hanno anche dato il via libera, per consenso, all’obiettivo 2035 che l’Ue presenterà alla Cop30: una forbice di riduzione delle emissioni tra il 66,25% e il 72,5%.

6 novembre 2025 ( modifica il 6 novembre 2025 | 11:41)

6 novembre 2025 ( modifica il 6 novembre 2025 | 11:41)

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