Home / Politica / Elezioni regionali in Veneto, la Lega di Treviso vuole lo strappo con il centrodestra: «Corriamo da soli». Ma il resto del partito frena

Elezioni regionali in Veneto, la Lega di Treviso vuole lo strappo con il centrodestra: «Corriamo da soli». Ma il resto del partito frena

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Quel desiderio, quasi atavico, di correre da soli: puro istinto leghista quando si sentono messi all’angolo. E se i dirigenti provano a mediare di testa e strategia, invocando il centrodestra unito, è la pancia della base a spingere, «corriamo da soli, con le nostre tre liste e con Luca Zaia». Per qualcuno la corsa solitaria è l’unica soluzione, va fermato il gioco di Fratelli d’Italia, ognuno per conto suo. Per altri è un modo di alzare l’asticella, per mostrare ai meloniani che la Lega – soprattutto la Liga – non si fa mettere i piedi in testa, vuole potere decisionale totale. A guidare la ribellione è Treviso, provincia «madre», terra dei leader storici, nonché del governatore Luca Zaia, che non potrà più ricandidarsi. Ed è proprio la «sceneggiata sul terzo mandato» (cit dei colonnelli), con il bluff di finte aperture mai diventate reali da parte di FdI, ad aver scatenato la reazione della Marca.

Le preoccupazioni

Lunedì sera al K3 si sono riuniti i segretari di sezione che hanno posto il tema al segretario provinciale Dimitri Coin con l’obiettivo di scrivere un documento nel quale si chiede al segretario regionale Alberto Stefani di correre da soli alle Regionali. Treviso ci crede. Prove di rottura? «La base non chiede di rompere l’alleanza – spiega Coin -, sta facendo riflessioni in merito al percorso. Non solo della campagna elettorale, ma anche amministrativo. E qui ci sono un pizzico di insofferenza per non avere ancora deciso niente e la preoccupazione che il candidato possa essere di FdI». A mediare arriva Stefani, il diplomatico: «È giusto che la base discuta e si confronti. Ma, se vogliamo che il Veneto resti protagonista, servono continuità e una squadra unita, che vinca con il miglior risultato possibile e governi bene. Io lavoro per questo e resto convinto che la Lega possa proporre il migliore candidato,nella coalizione di centrodestra».

Le altre province

Bisogna ricordare che era stato lo stesso direttivo regionale, a gennaio, a ipotizzare la «scissione» nel caso in cui FdI rivendicasse fino all’ultimo la presidenza. «I Fratelli la stanno tirando lunga, non possiamo farci trovare impreparati» dicono al K3. Il documento è stato abbozzato, sarà presentato nei prossimi giorni ma non sarà di accuse o contrasto. E potrebbe uscire sabato, quando la Lega riunirà gli amministratori proprio a Treviso. E nel resto del Veneto lighista? Anche nelle altre province la base non disdegna la corsa solitaria, ma prima vuole tentare la strada della coalizione unita. Il segretario veronese Paolo Borchia: «Si parte dal perimetro del centrodestra,: se mancherà la comunanza di intenti, decideremo in direttivo regionale». Il vicentino Denis Frison: «Il punto non è correre da soli. Non vogliamo strappi. Vogliamo che sia rispettato il volere dei veneti».

Perdere il Veneto è fuori discussione

Il veneziano Sergio Vallotto: «Ci confrontiamo, i vertici troveranno una quadra per tenere il centrodestra unito con un candidato leghista. Altrimenti, potrebbero esserci problemi». Il padovano Nicola Pettenuzzo: «Per il momento non se ne parla, la nostra indole identitaria ci spinge a correre da soli, ma prima bisogna capire cosa deciderà il centrodestra». Il bellunese Andrea De Bernardin e il rodigino Guglielmo Ferrarese concordano: «Se la Lega non avrà il candidato presidente, correrà da sola». Loro aspettano. Treviso invece sente puzza di bruciato. E soprattutto, non vuole che la Lega diventi subalterna a FdI. «Farci cucinare a fuoco lento dai Fratelli non ha senso» sussurrano nei corridoi. Perdere il Veneto è fuori discussione. A costo di creare tensioni nel Governo? La Lega, qui, si chiama Liga. Distinguo non da poco.


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1 luglio 2025

1 luglio 2025

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