
Mauro D’Attis, segretario regionale di Forza Italia, vicepresidente della commissione Antimafia, fa il punto della campagna elettorale a pochi giorni dal voto, nonché su alcune indagini in cui sono incappati alcuni esponenti di FI: «È una campagna elettorale strana – afferma – in cui un’indagine di anni fa rispunta a quattro giorni dal voto. Penso al caso di Taranto, per esempio. Non traggo conclusioni, ma penso che sia una domanda che si sono posti in molti».
Onorevole D’Attis, a pochi giorni dal voto, crede nel miracolo?
«Guardi, ieri, con tanti esponenti autorevolissimi del mio partito, abbiamo fatto un quadro della sanità regionale con dati ministeriali, quindi certi: la Puglia è tra le ultime Regioni d’Italia per liste d’attesa. La domanda è: mentre Decaro parla con le mucche, va nei boschi a fare i funghi, beve birra con la Schlein, organizza feste per la campagna elettorale, i cittadini che pensano? C’è un’ampia fetta di elettorato silenzioso che non si sa cosa farà al momento del voto».
A chi pensa?
«Gente che ha i figli costretti ad andare fuori per un lavoro o che restano a casa senza occupazione, padri di famiglia espulsi dal mondo del lavoro. Ancora: gente che ha bisogno di un esame diagnostico o va in un pronto soccorso e aspetta dieci ore prima di essere visitato perché c’è una pessima organizzazione. Tutte queste persone che ne pensano di un candidato che si esibisce nei karaoke e organizza feste in piazza, quando ha messo in ginocchio la Puglia assieme alla sua coalizione? A me verrebbe da dire: Decaro, che hai da ridere e festeggiare? Ecco, credo ai miracoli perché sono cattolico, ma in questo caso è una questione di buonsenso: Decaro e i suoi compagni hanno impiegato questi 20 anni a distruggere la Puglia. I pugliesi non ne hanno abbastanza?».
Il centrodestra rischia di pagare il ritardo nella scelta del candidato presidente?
«Vorrei dire che la nostra campagna elettorale inizia da prima: dalle cronache di inefficienze, cattiva gestione, della macchina clientelare. Quando abbiamo individuato Lobuono quale nostro miglior candidato per la Puglia, siamo passati alla fase B, quella delle proposte. A Brindisi la candidatura di Pino Marchionna fu formalizzata a poche settimane dal voto. Oggi è il sindaco della città».
La kermesse con Meloni e gli altri leader ha avuto successo. Partita aperta?
«Come dico sempre: sono già perse solo le battaglie che non si fanno. E ci credo. Noi ce la stiamo mettendo tutta».
L’ultima fase della campagna elettorale, per FI, ha portato in dote indagini giudiziarie. Gli indagati hanno l’opportunità di dimostrare la loro estraneità ai fatti contestati. Ma come responsabile del partito cosa dice?
«Le indagini sono due: una interessa un candidato di Modugno, in lista per accordi dei livelli locali e, avendo il certificato del casellario giudiziale in regola, non avevamo motivi per negare la sua corsa. Ciò detto, Forza Italia non può avere nulla a che fare con chi non raccoglie il consenso con la buona e onesta e trasparente politica. La seconda indagine è quella di Taranto, su cui mi sono già espresso. Per il resto, certo, poteva non succedere nulla, non è stato così. È la vita. Come mi sento? Come uno che non può fermarsi a pensare. E che può farlo a testa alta, siamo in campagna elettorale».
Tre candidati giudicati “impresentabili” su quattro sono del suo partito. Sono saltate le fasi reti di controllo?
«Assolutamente no. Ricordo che il documento dell’Antimafia colpisce anche chi ha ricevuto solo un rinvio a giudizio per alcuni reati, pur potendo poi essere assolto. Perciò, se siamo garantisti anche dopo una condanna di primo grado non definitiva, ancor più sento di esserlo ora. Il dato è che erano e sono tutti candidabili: come si può negare la candidatura prima ancora di una sentenza dei giudici? Questo è un tema che si pone in maniera importante: il “codice Morra” dell’Antimafia andrebbe rivisto».
Alcuni settori della Lega hanno protestato contro il mancato scioglimento del consiglio comunale di Bari. Lei ha condiviso tale polemica?
«Come ricorderete, sono stato tra i pochi a parlare di quello che stava accadendo a Bari: la criminalità si è quasi sostituita nella gestione delle municipalizzate. È gravissimo, ci sono Comuni che sono stati sciolti per molto meno. Decaro era il sindaco e non se ne era accorto. Cioè, non si era accorto di una cosa gigantesca. Se è così distratto, tanto da far entrare la criminalità nella gestione delle società pubbliche, si può mai fargli governare la Regione? Non ho condiviso la polemica solo per la tempistica».
Forza Italia è scesa in piazza per festeggiare la riforma della giustizia. Ci sarà il referendum. Siete preoccupati?
«L’aria è buona. Non lo carichiamo di valore partitico anche se storicamente Forza Italia l’ha promossa e portata avanti. È una battaglia giusta e sono certo che gli italiani la sosterranno».
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19 novembre 2025
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