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È fondamentale misurare il benessere

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«Si migliora solo ciò che si misura». Questa frase, attribuita a Lord Kelvin, fisico e matematico britannico dell’Ottocento, richiama un principio ancora attualissimo: la misurazione è il primo passo per orientare il cambiamento. Il benessere è oggi al centro delle agende politiche e sociali, ma resta una dimensione complessa, che va oltre la salute fisica e mentale. Include il senso di appartenenza, la qualità delle relazioni, la fiducia, l’equità, il significato che ciascuno attribuisce alla propria vita. Proprio perché sfuggente, il benessere rischia di essere trascurato se non impariamo a misurarlo in modo serio e continuativo. 
Non si tratta solo di raccogliere dati, ma di decidere cosa conta davvero per una società. Come ricordava Robert Kennedy già nel 1968: «Il Pil misura tutto, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta». È questa la sfida alla base dei nuovi paradigmi che collegano psicologia, sostenibilità e politiche pubbliche. 

La promozione del benessere è una responsabilità collettiva che richiede indicatori integrati: non solo economici, ma anche sociali, ambientali e psicologici. In questa direzione si inserisce l’adesione del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi all’interno della rete ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, che riunisce oltre 300 realtà pubbliche e private. 
Portare la psicologia nei tavoli intersettoriali su salute, educazione, lavoro, ambiente e coesione sociale significa contribuire concretamente agli obiettivi dell’Agenda 2030
Un esempio concreto è la partecipazione al Festival dello Sviluppo Sostenibile e l’avvio di un percorso verso il Bilancio di Sostenibilità: uno strumento per valutare l’impatto delle attività psicologiche in termini di benessere, equità e responsabilità sociale. A supportare l’importanza di misurare il benessere anche sul lungo periodo vi è uno degli studi scientifici più noti e longevi: l’Harvard Study of Adult Development, iniziato nel 1938 e tuttora in corso. 
I suoi risultati mostrano con chiarezza che la qualità delle relazioni è il fattore più predittivo di felicità e salute nella vita adulta.

Misurare il benessere non è solo un esercizio tecnico, ma una scelta culturale e politica. Perché ciò che si misura, si rende visibile. E ciò che si rende visibile, può essere ascoltato, compreso, trasformato. Promuovere una cultura della misurazione del benessere significa costruire una società più consapevole, più giusta e, in definitiva, più sana. 
La salute mentale rappresenta una condizione essenziale per uno sviluppo realmente sostenibile. Per questo non può restare ai margini delle politiche pubbliche, ma deve essere riconosciuta come una priorità trasversale, integrata in ogni ambito decisionale.

*Presidente Ordine Psicologi Lombardia, professoressa associata di Psicologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano

13 luglio 2025

13 luglio 2025

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