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Dorothea Wierer: «Mi criticavano perché mi truccavo prima delle gare, ora lo fanno tutte. Voglio sentirmi libere»

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«La mia vita da quando faccio biathlon è sempre stata super programmata — riflette Dorothea Wierer, stella del biathlon, prima italiana ad aver vinto titoli mondiali e la Coppa del Mondo assoluta — perché dovevo incastrare tutto alla perfezione. Adesso sento come se avessi un peso addosso… vorrei sentirmi libera, semplicemente libera», confessa.  Ancora di più di «quando mi truccavo prima delle gare e non lo faceva nessuna. E allora mi criticavano, perché mi piaceva presentarmi nel modo migliore. Ora vedo che lo fanno tutte». 

Nell’anno che porta alle Olimpiadi di casa, quelle di Milano-Cortina 2026, Wierer si racconta a «I’m coming Home», la serie targata Red Bull (YouTube sul canale di Eurosport Italia) partita con Sofia Goggia.  «All’inizio mi portava mia mamma a farmi provare il biathlon,  e mi sono innamorata. Ho iniziato a 10 anni e niente, da lì in poi… Oddio, la faccio da più di vent’anni. Venticinque anni, una roba così», spiega.

Accanto ai successi non sono mancate stagioni segnate da infortuni, dalla fatica, da momenti difficili ma anche dalla capacità di rialzarsi. Due anni fa la decisione di andare avanti fino ai Giochi, sì, ma è chiaro che c’è già un dopo a cui pensare, forse anche al di là del progetto di un lavoro in tv:  «Forse vorrei semplicemente, per un attimo vivere le giornate come arrivano. Svegliarmi la mattina e pensare “ok, oggi cosa faccio”. Ho sempre cercato di vivere una vita anche normale, e per questo sono stata criticata, ma appunto sento che qualche pezzo manca, quindi non vedo l’ora di vivere questi momenti che arriveranno». E a distanza di 10 anni dal matrimonio con Stefano Corradini, ha chiaro l’obiettivo:  «La prima cosa che vorrei è godermi la vita e poi creare una famiglia, diventare mamma. Ho sempre avuto questo desiderio». E non fermarsi, magari, al primo figlio: «Noi siamo cinque fratelli e quindi a casa c’era sempre un casino, nel senso un casino in modo positivo perché nessuno di noi era tranquillo, eravamo tutti attivi (anche i fratelli praticavano biathlon, ndr)».

 Wierersogna una nuova libertà: giornate senza programmi, una vita «abbastanza noiosa» come la definisce, ma necessaria per elaborare il lungo percorso fatto. Una campionessa che, prima ancora di chiudere il capitolo sportivo della sua vita, ha già la forza di immaginare il prossimo.

16 ottobre 2025

16 ottobre 2025

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