
(LaPresse) «In quel momento lì non ho proprio capito quello che è successo. Non sapevo nulla, mi hanno dovuto spiegare tutto. E poi da quel momento lì ho accettato, perché più di accettare non puoi fare, è andata come è andata. Abbiamo saputo subito da dove sono venuti questi piccoli milligrammi di contaminazione, ma ho fatto fatica ad accettare questi tre mesi, perché nella mia testa non avevo fatto niente. Perché devo pagare il prezzo? Poi abbiamo parlato con il mio avvocato in modo concreto di quello che avrebbe potuto succedere nel peggiore dei casi e abbiamo deciso questo. È successo più o meno un anno fa, e quindi abbiamo vissuto un anno intero di difficoltà».
Così Jannik Sinner, in un’intervista con il direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci, parla del momento della scoperta della positività al Clostebol e della decisione di patteggiare una squalifica di tre mesi. In un’altra parte dell’intervista, sui commenti in merito alla vicenda da parte di campioni come Djokovic, Serena Williams o Federica Pellegrini, Sinner ha detto: «Ognuno è libero di dire quello che vuole, ognuno può giudicare e va bene. Per me l’importante è che so io quello che è successo ma soprattutto quello che ho passato, ed era molto difficile. Non auguro a nessuno di passare da innocente una roba del genere, non è stato facile. Però siamo in un mondo in cui ognuno può dire quello che vuole, quindi va bene così».
29 aprile 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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