
Non è un’opera lirica. È molto più di una mostra. «Caterina Cornaro experience» motiva il suo titolo ambizioso, con un programma ricco di appuntamenti e dislocato in «numerose istituzioni culturali di Bergamo. Mettere in atto una sinergia del genere è fra gli obiettivi della nostra amministrazione», commenta il vicesindaco e assessore alla Cultura Sergio Gandi. Comincia la Fondazione Teatro Donizetti, con il suo allestimento al Donizetti Studio. Proseguono — tra la fine di ottobre e il mese prossimo — l’Accademia Carrara, la Biblioteca Musicale Gaetano Donizetti, il Museo delle storie di Bergamo.
Il leit motiv e l’ispirazione sono dati dall’imminente occasione festivaliera. «Caterina Cornaro» è l’allestimento, nuovissimo e molto atteso, che il 14 novembre inaugura il Donizetti Opera Festival 2025. «Di fatto — prosegue Gandi — la stagione lirica inizia con questa mostra».
Che profuma di tavole da palcoscenico, ma non è per nulla polverosa. Anzi l’allestimento allo Studio, visitabile gratuitamente fino al 30 novembre, si presenta animato da una vivace modernità. Una sala — capace di coniugare l’intento didattico al gusto estetico con foto, bozzetti e illustrazioni — è adibita a «raccontare la suggestione che Caterina Cornaro (personaggio storico, che nel Quattrocento è regina di Cipro e quattro secoli dopo viene messa in musica da Donizetti, ndr) ha ispirato nel mondo operistico». Nel «glass», la struttura a vetri affacciata sul teatro, sono invece collocati quattro abiti, frutto dell’esperienza della fiorentina Fondazione Arte della Seta di Lisio. Si tratta di tre costumi di scena e di una creazione, ispirata al celebre dipinto di Francesco Hayez «Caterina Cornaro riceve l’annuncio della sua deposizione dal Regno di Cipro» conservato alla Carrara.
«Una operazione particolarmente complicata. Rendere reali, tridimensionali i particolari di un’opera pittorica ha richiesto molto impegno», spiega Orietta Ciccarelli, docente di sartoria storica alla Fondazione Lisio. Non che la ricostruzione degli abiti della prima napoletana di «Caterina Cornaro», nel 1844 al Teatro San Carlo, sia stata impresa semplice. Oltre a rappresentare un felice unicum. Mai prima di oggi i costumi del debutto di un’opera donizettiana erano stati oggetto di un simile processo di «rigenerazione».
L’omaggio è anche alla memoria del maestro Gianandrea Gavazzeni. Al direttore d’orchestra bergamasco si deve l’ultima messinscena al Teatro Donizetti di «Caterina Cornaro». Era il 1995. Nel ruolo principale, il soprano Denia Mazzola indossava il costume ora esposto in mostra. «Il prossimo anno sarà il trentennale dalla morte del maestro Gavazzeni. Fondazione Teatro Donizetti avrà modo di ricordarlo, con tanti eventi. Questo è solo il primo», dice Massimo Boffelli, direttore generale della Fondazione.
«La mostra “Caterina Cornaro experience” — commenta il presidente Giorgio Berta — per noi della Fondazione Donizetti è centrale». Viatico (ottimo) al, conclude Berta, «primo anno di Riccardo Frizza», nuovo direttore artistico di Donizetti Opera.
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16 ottobre 2025
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