
Con Donald Trump che minaccia di tagliare le forniture militari all’Ucraina, tocca all’Unione europea fare di più, per la propria difesa e quella di Kiev. È il messaggio esplicitato dal ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani in audizione alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato assieme al titolare della Difesa, Guido Crosetto. ««La Nato è e resterà il fondamento della nostra sicurezza comune, ma le dichiarazioni politiche da sole non bastano. A 80 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e a 35 anni dalla fine della Guerra Fredda, non possiamo più limitarci a essere protetti dagli Stati Uniti», ha detto Tajani. Motivo per cui è giunto il momento, per Bruxelles, di «assumersi le proprie responsabilità e compiere un salto di qualità per realizzare il pilastro europeo della Nato e, in prospettiva, una Difesa europea integrata».
Il nemico da cui difendersi si chiama Russia. «Abbiamo condiviso con gli alleati la crescente preoccupazione per la minaccia rappresentata da Mosca», ha sottolineato Crosetto facendo riferimento agli esiti del vertice Nato del 24-25 giugno. Un timore, ha puntualizzato ancora, che «nasce non da una considerazione politica ma dai numeri»: quelli degli effettivi che Mosca è in grado di mobilitare e quelli dei mezzi da combattimento che continua e continuerà a produrre.
Per il momento, verso l’Europa la minaccia russa resta un’ipotesi, mentre è una realtà concreta per l’Ucraina. «I massicci e indiscriminati attacchi di Mosca, ripetuti anche negli ultimi giorni, dimostrano l’urgenza di un cessate il fuoco», ha detto Tajani affermando di supportare la ricerca di una soluzione negoziale della guerra che sta portando avanti la Casa Bianca. Ma «Putin deve dimostrare di volere il dialogo», ha precisato il leader di Forza Italia, e «i fatti fino a questo momento ci dicono che questa volontà non c’è». Per questo, «non possiamo escludere il ricorso a nuove sanzioni».
Al centro dell’audizione anche il principale esito del summit Nato, cioè l’innalzamento della spesa per la difesa dal 2 al 5% del Pil entro il 2035. Un passo «coraggioso e necessario» e «graduale e compatibile con i vincoli di bilancio» secondo Tajani, che ha provato a rassicurare le opposizioni che il target verrà centrato senza tagliare risorse da altri comparti della spesa pubblica: «nessun euro verrà sottratto alla sanità, all’istruzione o alla spesa sociale. E nessun euro verrà tolto ai Fondi di coesione», ha chiarito. Per il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, presente all’audizione perché membro della Commissione Esteri della Camera, si tratterebbe però di una bugia bella e buona: «Andate in seno alla Nato e sottoscrivete un 5% di aumento del Pil. Venite qui a raccontarci che non ci saranno conseguenze per il nostro welfare. Ma perché prendete in giro gli italiani?», ha attaccato.
L’ex presidente del Consiglio ha incalzato il governo anche sulla questione Medio Oriente. «Tajani quando parla su Gaza sembra il rappresentante di una ong, ma noi facciamo politica», ha detto rivolgendosi al ministro degli Esteri. Immediata la risposta del diretto interessato: «Io non faccio parte di nessuna ong, cerco di salvare – grazie a trattative politiche – il maggior numero possibile di palestinesi, perché questi sono fatti. La propaganda è altro». La posizione del governo sulla soluzione del conflitto in corso nella Striscia è nota e Tajani l’ha ribadita davanti alle Commissioni: sostegno alla tregua mediata da Trump «che speriamo questa volta venga accolta da Hamas, la palla ora è nel loro campo».
Infine, sul capitolo Iran il ministro degli Esteri ha rilanciato l’idea di ospitare a Roma i negoziati tra Washington e Teheran e ha invitato la Repubblica islamica ha riconsiderare la decisione di voler bandire dal Paese l’Agenzia onu per l’energia atomica.
La newsletter Diario Politico
Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di politica iscriviti alla newsletter “Diario Politico”. E’ dedicata agli abbonati al Corriere della Sera e arriva due volte alla settimana alle 12. Basta cliccare qui.
3 luglio 2025 ( modifica il 3 luglio 2025 | 11:57)
© RIPRODUZIONE RISERVATA