Home / Economia / Dazi, Stevanato e lo stabilimento Usa per «azzerare» le tariffe doganali in tre anni: «Soddisferà tutta la domanda americana nel 2028»

Dazi, Stevanato e lo stabilimento Usa per «azzerare» le tariffe doganali in tre anni: «Soddisferà tutta la domanda americana nel 2028»

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È l’aumento della capacità produttiva degli impianti di Latina e Fishers, in Indiana (Usa), la leva principale della crescita del segmento delle soluzioni biofarmaceutiche e diagnostiche (Bds) del fatturato di Stevanato, gruppo attivo nei contenitori e nei sistemi di somministrazione dei farmaci di Piombino Dese (Padova), quotato alla Borsa di New York. Soprattutto, sarà lo stabilimento americano, con il rafforzamento della propria capacità produttiva, a permettere, entro il 2028, di far fronte integralmente alla domanda statunitense e, dunque, di sterilizzare l’effetto dei dazi di Washington.

I numeri

Si tratta di uno degli aspetti più significativi toccati nell’esposizione dei dati di bilancio del secondo trimestre 2025, presentati martedì al mercato, che pongono in rilievo un aumento complessivo di fatturato dell’8% rispetto allo stesso periodo 2024 a 280 milioni (nel semestre intero i ricavi sono di 536,6 milioni, cioè 41 in più sullo stesso periodo 2024, +8,2). Di questi il 42% è attribuibile all’area Bds, al cui interno compaiono le siringhe ad alto valore che rappresentano il 48% del totale e hanno manifestato una progressione robusta.
La crescita delle Bds ha compensato una leggera flessione (-2%) del settore ingegneria, collegata a risultati un po’ opachi nella trasformazione del vetro. «L’espansione della capacità di produzione a Latina e Fishers – ha sottolineato l’amministratore delegato, Franco Stevanato – è una risposta diretta alla domanda di mercato, e le nostre nuove strutture stanno già contribuendo alla crescita a breve termine, mentre aumentiamo i volumi e generiamo ricavi da prodotti ad alto valore». Per quanto riguarda i risultati, il secondo trimestre mette a registro un utile netto di 29,7 milioni, +43% rispetto ai 20,6 di un anno fa. Nella prima metà dell’anno il dato ha raggiunto i 56,2 milioni mentre un anno fa non era andato oltre i 39,4, +42,6%.

Una task force interna sui dazi

Tra le domande poste dagli analisti ai vertici del gruppo nella conference call di presentazione non potevano mancare quelle sulla gestione dei dazi stabiliti dal governo americano, anche in questo caso allineati al 15% previsto per la maggioranza delle merci europee. Stevanato, è stata la risposta, fin dal primo trimestre ha creato una task force interna per valutare l’ampiezza delle ricadute, intorno a 5 milioni di Ebitda (241,8 il valore complessivo nel 2024) e ridefinire gli schemi di approvvigionamento. Con i clienti sono quindi state impostate «conversazioni molto franche», che hanno portato in generale ad un’intesa sulla suddivisione tra le parti della quota da assorbire ciascuno.
Sulla capacità produttiva di Fishers di far fronte alla domanda Nord Americana, l’ad ha rilevato che allo stato attuale la produzione è ancora contenuta ma che, con il raggiungimento progressivo della capacità di produzione e probabili future espansioni, il sito dovrebbe essere in grado di accontentare per intero le richieste degli Usa entro il 2028.


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6 agosto 2025

6 agosto 2025

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