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Dazi, le condizioni dell’Europa sulla soglia del 10% e le esenzioni

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Proseguono i negoziati tra Unione europea e Stati Uniti nel tentativo di trovare un accordo sui dazi prima del 9 luglio, quando il presidente Usa Donald Trump ha minacciato di imporre tariffe del 50% sui prodotti importati dall’Ue. Lunedì il segretario al Tesoro Scott Bessent ha dichiarato che qualsiasi proroga sarà una decisione di Trump, con accordi da concludere entro il primo settembre. Anche gli Usa hanno fretta. L’impatto della guerra dei dazi si fa sentire sull’economia globale. Il presidente della Fed Jerome Powell, intervenendo al Forum Bce, ha detto che «se non ci fossero stati i dazi di Trump, avremmo già tagliato di nuovo i tassi», rispondendo così alle critiche del presidente Usa.
 

I colloqui

Una squadra di funzionari della Commissione europea, tra cui il belga Tomas Baert, che nel gabinetto von der Leyen è responsabile Trade, è a Washington da lunedì per portare avanti le trattative a livello tecnico. Invece domani il commissario al Commercio Maroš Šefcovic, accompagnato dal capo di gabinetto della presidente Björn Seibert, avrà colloqui a Washington con il segretario al Commercio Usa Howard Lutnick e con il rappresentante commerciale Jamieson Greer. Šefcovic e Seibert saranno di ritorno a Bruxelles già venerdì.
 

Obiettivo tariffe al 10%

In questo momento Washington sta applicando dazi del 10% su circa il 70% dei prodotti importati dall’Ue, il 25% sulle auto e le componenti «made in Ue» e il 50% su acciaio e alluminio. Le trattative sono complicate, giovedì scorso l’amministrazione Trump ha presentato una proposta negoziale che contiene — riferisce Reuters — solo ciò che si aspetta da Bruxelles senza alcuna concessione da parte sua: dazi e riduzione delle «barriere non tariffarie», tra cui la regolamentazione digitale (linea rossa per l’Ue) e gli standard alimentari e di prodotto. L’ipotesi che si sta concretizzando è un accordo di principio entro il 9 luglio con dettagli da definire successivamente. L’Unione europea sembra orientata ad accettare un dazio universale del 10% sulle proprie esportazioni verso gli Usa ma vuole contestualmente una riduzione dei dazi sui settori chiave, ovvero auto, acciaio e alluminio e non in un secondo momento come previsto nell’accordo tra Stati Uniti e Regno Unito. Bruxelles e Washington hanno obiettivi contrastanti, Trump vuole rilanciare la produzione automobilistica statunitense, mentre Bruxelles vuole mercati aperti per il proprio settore, che si confronta con i costi energetici elevati e la concorrenza cinese. L’Ue starebbe anche negoziando per dazi più bassi per le bevande alcoliche, i prodotti farmaceutici, i semiconduttori e gli aerei. Si profila dunque un accordo «asimmetrico», il problema è quanto e soprattutto cosa gli Stati membri sono disposti ad accettare e se sono disposti ad attivare le contromisure. «Il 10% è una percentuale accettabile», ha commentato il ministro degli Esteri Tajani.

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1 luglio 2025

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