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Dazi, dubbi della Corte suprema Usa anche da giudici conservatori. Trump: «Questione di vita o di morte»

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Nella piccola ma grandiosa aula della Corte suprema, con le sue gigantesche colonne doriche e i tendoni rossi simili a sipari di un teatro, è andata in scena ieri una udienza attesissima. Trump l’ha definito «il caso più importante dell’ultimo secolo», «una questione di vita o di morte», tanto che aveva anche valutato di andarsi a sedere tra il pubblico. Il verdetto è atteso tra settimane o mesi. Dopo che tre tribunali inferiori hanno dichiarato illegali alcuni dei dazi imposti da Trump, mercoledì la Corte suprema dominata da giudici conservatori (6 su 9) ha ascoltato per quasi tre ore le argomentazioni delle parti. 

Due giudici conservatori nominati da Trump Amy Coney Barrett e Neil Gorsuch — si sono uniti alle giudici liberal nel porre domande scettiche all’avvocato della Casa Bianca, sollevando dubbi sull’autorità del presidente in un settore di pertinenza del Congresso. Da febbraio Trump ha emanato una serie di ordini esecutivi che invocano l’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA) — una legge del 1977 — per imporre dazi su molti beni importati (anche dall’Europa) in nome di una situazione di emergenza legata al fentanyl, all’immigrazione, al disavanzo della bilancia commerciale (sostenendo che quest’ultimo deprime la produzione interna, specialmente nel settore della Difesa). 

Una coalizione di aziende capeggiate da VOS Selections (che importa vini) e di Stati hanno fatto causa. La loro argomentazione è che «tassare» per «generare entrate» è un potere del Congresso. La IEEPA dà al presidente il potere di «regolare» le importazioni, ma non cita esplicitamente i dazi, in caso di emergenze. L’avvocato di Trump ha ribattuto che i dazi non servono a tassare ma a «regolare gli affari esteri» e che l’aspetto delle entrate sarebbe «secondario». Barrett ha messo in discussione anche i dazi «reciproci»: «Sostenete che ogni Paese debba subire dazi per via della minaccia all’industria della Difesa? Anche la Spagna e la Francia? Capisco alcuni Paesi, ma perché così tanti?».

Diversi giudici hanno osservato che Trump è il primo presidente in 50 anni a usare quella legge per imporre dazi, anche se altri l’hanno fatto per embarghi o sanzioni. Tuttavia i giudici Brett Kavanaugh e Samuel Alito sono sembrati più aperti alla posizione della Casa Bianca. Si tratta di un test sul potere dell’esecutivo, con conseguenze economiche ed estere enormi. Una sconfitta potrebbe costringere Trump a restituire il denaro (complicato e senza precedenti) alle aziende e mettere in dubbio accordi commerciali faticosamente raggiunti. Ma Trump potrebbe anche usare altre norme, già adoperate per i dazi sul rame e le auto, per tenere in vigore queste misure. I mercati intanto attendono con fiducia il responso della Corte. A un’ora dalla chiusura il Nasdaq 100 guadagnava l’1,19% e il Dow Jones lo 0,64%.

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6 novembre 2025

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