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Dazi, come risponderà l’Ue alle mosse degli Usa? E cos’è il «bazooka», l’arma segreta mai usata fino a oggi?

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1 Quali dazi sta applicando l’amministrazione Trump alle esportazioni Ue?
Gli Stati Uniti stanno applicando da marzo dazi del 25% sulle auto e le componenti made in Ue e tariffe inizialmente al 25% poi alzate al 50% su acciaio e alluminio europei. Dal 2 aprile Washington applica anche i cosiddetti dazi «reciproci»: inizialmente l’aliquota era al 20% poi è stata siglata una tregua con Bruxelles e sono stati abbassati al 10%. Dal primo agosto, in mancanza di accordo, saliranno al 30%. Coprono il 70% delle esportazioni europee negli Usa per un valore di 380 miliardi di euro.

2 C’è il rischio di altri dazi?
L’amministrazione Usa sta conducendo delle indagini, in particolare in relazione alla Sezione 232 del Trade Expansion Act del 1962, che riguarda prodotti dell’aviazione, farmaceutici, minerali critici, legname, rame e altri beni. Lo ha spiegato Leopoldo Rubinacci, vicedirettore della Direzione generale per il Commercio della Commissione Ue, in un’audizione al Parlamento europeo. Se l’amministrazione Trump decidesse di imporre dazi anche su questi prodotti, la quota delle esportazioni europee colpite passerebbe dal 70% al 97%.

3 Finora l’Ue che contromisure ha deciso in risposta ai dazi Usa?
L’Unione europea ha approvato in aprile e poi sospeso fino agli inizi di agosto, in segno di buona volontà nel negoziato, le contromisure in risposta ai dazi imposti da Washington su acciaio e alluminio. Si tratta di una lista di prodotti Usa per un valore di 21 miliardi di euro da colpire con controdazi del 25% e del 10% a seconda della tipologia della merce. L’elenco comprende i prodotti già oggetto di contromisure adottate nel 2018 (poi sospese nel 2021) durante la prima guerra commerciale scatenata da Trump, e include prodotti iconici come le moto Harley Davidson e i jeans Levi’s. La lista comprende anche riso, cereali, frutta, tabacco, sigari, tessuti, abbigliamento, calzature, arredo, tubi in ferro o acciaio, prodotti in alluminio, gelati, mandorle e semi di soia.

4 Che strategia usa l’Ue nel comporre le liste?
La strategia della Commissione è colpire i prodotti situati in Stati politicamente sensibili (a maggioranza repubblicana), senza danneggiare l’interesse europeo: la soia della Louisiana, la carne bovina e il pollame del Nebraska e del Kansas, i prodotti in legno della Georgia, Virginia e Alabama. Si tratta di beni per i quali l’Ue ritiene di avere alternative.

5 Che risposta ha adottato l’Ue ai dazi «reciproci»?
La Commissione lunedì ha annunciato la condivisione con le capitali di una seconda lista di prodotti Usa, per un valore di 72 miliardi di euro, da colpire per ribilanciare i dazi «reciproci» applicati sulle esportazioni europee dal 2 aprile scorso. L’elenco include un’ampia gamma di prodotti industriali e agricoli americani. Dall’elenco iniziale (valore 95 miliardi) posto in consultazione a maggio sono stati tolti diversi prodotti tra cui gli alcolici come il bourbon per evitare ritorsioni. Nell’elenco compaiono aerei (tra cui Boeing), componenti per auto, veicoli finiti, prodotti chimici e plastica; apparecchiature elettroniche; prodotti sanitari non farmaceutici; macchinari; frutta secca, verdura, prodotti della pesca e dell’acquacoltura (salmone e aragosta).

6 Che cos’è lo strumento anticoercizione, il «bazooka»?
È uno strumento entrato in vigore a dicembre 2023 e mai usato finora che include un’ampia gamma di contromisure che l’Ue può adottare nei confronti di un Paese terzo: oltre ai dazi, contempla l’imposizione di restrizioni in Ue al commercio di servizi digitali — andrebbe quindi a colpire le Big Tech — e finanziari, all’accesso agli investimenti diretti esteri (ad esempio il divieto di acquisire imprese o parteciparne al capitale) e agli appalti pubblici, arrivando a toccare i diritti di proprietà intellettuale.

7 A che punto è la discussione sula web tax Ue?
Inizialmente, la web tax era stata inserita nella lista delle nuove risorse proprie che avrebbero finanziato il bilancio Ue post 2027. Nella bozza circolata, la Commissione l’ha però sostituita con un’imposta sulle grandi aziende (oltre 50 milioni di fatturato) che operano nell’Ue.

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14 luglio 2025 ( modifica il 14 luglio 2025 | 20:30)

14 luglio 2025 ( modifica il 14 luglio 2025 | 20:30)

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