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Dalle banche lettere ai correntisti: perché stanno aumentando i costi dei conti

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Mediobanca Premier ha comunicato ai correntisti ad aprile una proposta di modifica unilaterale del contratto di conto corrente che comporta potenziali rincari del canone annuo. La decisione, secondo quanto emerge dalla comunicazione inviata ai clienti, è legata all’incremento generali dei costi sostenuti dalla banca per l’erogazione dei servizi in seguito all’aumento dell’inflazione. «Negli ultimi anni le condizioni di mercato in cui opera Mediobanca Premier sono sensibilmente mutate a causa di fattori eccezionali che hanno comportato fenomeni inflattivi con un aumento generale dei prezzi di beni e servizi», sottolinea l’istituto nella missiva firmata dal direttore generale Lorenzo Bassani. 

La missiva mandata ai clienti

«Dopo un’analisi finalizzata a individuare le principali voci di costo condizionate dall’inflazione è stato rilevato un disequilibrio complessivo tra le condizioni applicate alla clientela e i costi sostenuti dalla banca per la gestione dei rapporti e l’erogazione dei servizi previsti dai contratti», conclude Mediobanca Premier, precisando che «l’inflazione configura una circostanza estranea, imprevedibile e straordinaria che ha alterato l’equilibrio economico tra il costo sostenuto dalla banca e il canone annuo previsto dal contratto in oggetto» e comunicando la variazione del canone effettiva dal primo luglio per coprire questo «disequilibrio».

Il rincaro di alcuni conti Bper

Analogamente ha fatto Bper, che ha appena comunicato aumenti del canone per alcuni tipi di conti, come il conto BPER On Demand e il conto BPER Pro, e per determinate fasce di età. Si sta dunque assistendo ad un trend di modifiche unilaterali da parte delle banche per introdurre nuove condizioni peggiorative per i clienti. «In tre casi il canone annuo passa da 36 a 84 euro, mentre in una comunicazione inoltrata alla redazione del Sole 24 Ore, che ha riportato il caso qui, l’aumento arriva a toccare +200%, con il canone annuo che da 24 euro dal prossimo 1 luglio balzerà a 72 euro».

La lente della Banca d’Italia

L’andamento dell’inflazione dal 2020 ha registrato, secondo gli istituti di credito che stanno chiedendo questo adeguamento ai correntisti, un aumento pari a circa il +21,5% determinando un incremento delle principali voci di costo, sostenute dalle banche per l’erogazione dei servizi prestati alla propria clientela, come i costi per i servizi di telecomunicazioni e informatici, le spese per tenuta e gestione degli immobili, i costi del personale. Eppure Banca d’Italia in più occasioni è intervenuta per indicare i principi e i criteri a cui gli intermediari devono attenersi anche per assicurare la congruità delle modifiche.

27 giugno 2025

27 giugno 2025

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