
Quelli che remano contro. Quelli che ordiscono trame nell’ombra. Quelli che trafficano con il nemico. Quelli che giocano sporco. Quelli che dagli amici mi guardi Dio. Quelli che l’Europa è un cavallo di Troia. Quelli che spiano e intercettano, i furbi, gli spregiudicati, i subdoli, i doppiogiochisti, quelli che ti lavorano ai fianchi e, in una parola, ti vogliono morto. Che poi, detta così, quelli che, pare un tormentone di Enzo Jannacci. Ma non c’è dubbio che il potere, che sia di destra o di sinistra, viva di sospetti, dorma con un occhio solo, pronto a sfuggire all’assedio. Non che sia cosa da lettino dello strizzacervelli, perché le trame sì che ci sono, e magari è tutt’altro che falso che vogliano infilarti nel pantano, per azzoppare le tue riforme, non solo il premierato, certo, ma anche la legge elettorale, nella quale vorresti tanto infilare l’indicazione del premier.
Non ci sono mica solo le opposizioni, che in fondo fanno il mestiere loro. Schlein: «Vuole cambiare la legge, lo sa che con questa perde». Ci sono pure i frega piano, una volta di Forza Italia e un’altra della Lega, con una carezza e un pugno. Antonio Tajani non si nasconde, lo ha detto chiaro a Giorgia che il suo nome sulla scheda se lo scorda. O magari invece sei tu, che giochi a lupus et agnus, che, spinti dalla, sete ad rivum venerunt, e allora dillo che cerchi scuse per sgranocchiarti l’agnello. Che poi vallo a trovare, in Italia, un agnello. E comunque, se è stato messo lì a togliere i peccati dal mondo, un motivo ci sarà.
Sindrome dell’accerchiamento. Ci sono passati tutti, e adesso tocca a Fratelli d’Italia. Ultimo esempio l’attacco, vagamente sgangherato, al Quirinale. Ma è quasi un caso a sé, un fuori quota, che a molti piacerebbe ora attribuire all’entusiasmo di Galeazzo Bignami. La teoria del complotto, invece, viene da lontano, e ha accompagnato questi tre anni di governo di Giorgia Meloni.
La sorella Arianna, quella con la quale hanno bruciacchiato la casa della mamma: «Siamo molto attaccati, pensano di farci saltare il sistema nervoso: tirano fuori parenti, antenati…». C’era da poco stato il Capodanno western con la pistolettata di Emanuele Pozzolo, e l’inchiesta di Report sulle ombre del passato di papà Meloni, già ripudiato da Giorgia. Eccolo, Sigfrido Ranucci, croce e delizia. C’è un hacker dietro le accuse di Report? Un trojan sta provocando la fuga di notizie dal Garante della privacy? In Fratelli d’Italia si apre la caccia alla spia, proprio mentre Giovanni Donzelli guida l’attacco a Ranucci per «la gravissima ferita alla tenuta democratica delle istituzioni».
Ma sempre Report accusa Giovanbattista Fazzolari per il pedinamento di Ranucci, e il sottosegretario ribatte: «Ho annunciato un’azione legale, accompagnandola all’offerta di una possibile mediazione: mi fermo se smentisce». Macché. «È ossessionato da noi», contrattacca FdI. Ma poi c’è pure la Corte dei conti, alla quale non tornano i conti sul ponte di Messina: «Quei magistrati mettono in piedi una spudorata forzatura», ancora Donzelli. Giudici, che passione. Carlo Nordio: «Se prevalessero i no sulla separazione delle carriere non sarebbe una vittoria delle procure. Ritorneremmo ancora a una Repubblica condizionata dal potere dei magistrati».
Ci sono pure i campi per i profughi in Albania. Meloni, stavolta Giorgia: «È molto difficile cercare di dare risposte quando si ha anche l’opposizione di parte delle istituzioni». La premier, sul caso Almasri: «Un pezzetto di magistratura vuole governare, ma allora si candidino». E a Bruno Vespa: «Il dossieraggio su di me è cominciato già alla fine del governo Draghi, quando si capiva che sarei potuta andare al governo». Quindi il «colpaccio» del Giornale: «Vogliono indagare Arianna Meloni, ora l’asse giornali-sinistra-procure mette nel mirino la sorella». Poi l’indagine non si trova, ma Donzelli insinua il sospetto che si sia fermata solo perché il giochetto era stato scoperto. Ancora Giorgia: «La mia vita passata allo scanner, contro di noi gruppi di pressione». C’è la caccia alla spia pure sulle chat di Fratelli d’Italia: «Smettete di fare i fenomeni, se vi mollo io dove pensate di andare?». Arriva pure il jammer, un disturbatore di frequenze per proteggere la sede del partito, perché qui «siamo tutti ascoltati». Sospetti anche su Marina Berlusconi, che potrebbe prendere le redini di Forza Italia. Giorgia, comunque, avverte: «L’elmetto ce l’ho, ci dormo anche, perché si sta vedendo un po’ di tutto».
Un po’ di tutto. Un po’ di verità, perché la politica non è un pranzo di gala, e gli agguati ci sono. Un po’ di paranoia, che fa binomio con il potere dalla notte dei tempi. Un po’ di astuzia, perché chi mena per primo mena due volte. Purché non finisca come sospettava Jannacci: «Quelli che quando perde l’Inter o il Milan è solo una partita di calcio, oh yes! E poi tornano a casa e picchiano i figli oh oh oh yes!».
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20 novembre 2025 ( modifica il 20 novembre 2025 | 07:03)
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