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Dai van alla scorta, le folli richieste delle delegazioni agli addetti al cerimoniale: «Tutti rispettino il protocollo»

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C’è chi avrebbe voluto esserci, ma non era previsto. E chi aveva già il posto ma ha disdetto la sua partecipazione. Chi sarebbe voluto entrare in basilica con la scorta e chi voleva varcare i cancelli con il consueto maxi-corteo di van.

Giornate da incubo per gli addetti al cerimoniale della Santa Sede, quelle che hanno preceduto stamane. Alla complessità organizzativa della cerimonia di esequie di un Papa, che già non ha eguali, se ne sono aggiunte altre dovute alle modalità di svolgimento dei funerali, con il corteo funebre in uscita fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore e la data che cade in un periodo di grande afflusso turistico. Aggravate dalle criticità diplomatiche di un periodo di «guerra a pezzi». Spazio per accontentare richieste, dunque, pressoché zero. L’arma per fronteggiarle? Il protocollo.

Ancor prima che Volodymyr Zelensky mettesse in dubbio la sua presenza, proprio il protocollo aveva già scongiurato la contiguità con Donald Trump. Alla «francese» gli Usa sono diventati États-Unis d’Amerique, e Trump è avanzato dalla «U» di Usa e Ucraina alla «E». Per quanti invece chiedevano posti nelle prime file, la risposta era la solita: «Siederà nella posizione prevista dal protocollo». Con grande gentilezza, ma con l’approccio che in diplomazia chiamano «franco» e in Vaticano «nitido». Un linguaggio che seda anche le personalità più incontenibili. La battuta sussurrata nelle cancellerie venne pronunciata da un ministro della difesa inglese e riferita, al tempo, dall’attuale presidente del Senato, Ignazio La Russa: «Puoi cercare di discutere persino con i terroristi, ma con il cerimoniale vaticano è inutile, bisogna adeguarsi».

Sarebbe andata così anche stavolta. In Vaticano assicurano che non sono stati negati posti a politici o familiari e che «le delegazioni allargate siederanno in aree dedicate». Ma i potenti hanno dovuto limitare le pretese. Trump e il premier francese Emmanuel Macron, ad esempio, rinunceranno a una parte del lungo corteo di auto. Non potranno essere «decine» a varcare la porta del Perugino.
 
Tutti hanno dovuto rinunciare alla scorta: in Basilica la sicurezza è gestita dalla gendarmeria vaticana. C’è chi ha voluto delucidazioni sul dress code: «Abito scuro e cravatta scura». Può essere nero, ma anche grigio scuro o blu (non elettrico). Nere o scure le scarpe: da evitare le sneaker. Nessun obbligo di velo in testa.

Non ammessa alcuna deroga all’obbligo di essere al proprio posto per tutta la cerimonia, fino all’uscita del feretro seguito dalle autorità ecclesiastiche: l’unico precedente risale a Pio XII ma il corteo in uscita, anziché in ingresso, rende più critico il deflusso.
 
Respinti anche desideri sull’orario dei voli. La coincidenza tra funerale, Giubileo e date di afflusso record dei turisti, rendono il rompicapo dei voli la vera criticità di questo evento.

26 aprile 2025

26 aprile 2025

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