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Dagli Stati Uniti al Messico: il viaggio delle farfalle monarca seguito per la prima volta con il Gps

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Ogni anno in autunno milioni di farfalle monarca (Danaus plexippus) affrontano un volo di oltre 3mila chilometri che le porta dagli Stati Uniti e dal Canada a svernare in una piccola valle del Messico centrale. Finito il letargo, la specie si riproduce qui per poi tornare a depositare le uova nel sud degli Usa. Un viaggio di due mesi, uno dei più lunghi e complessi del mondo animale, reso possibile da due sistemi, studiati dagli scienziati negli anni: il primo è quello dei neuroni azimut degli occhi, che permette ai lepidotteri di seguire la posizione del Sole rispetto all’orizzonte; il secondo è quello delle antenne, che riescono a scandire i tempi della giornata perché in esse c’è una sorta di minuscolo «orologio» o bussola biologica. Le informazioni così raccolte attraverso gli occhi e le antenne vengono incrociate e integrate, e permettono alle farfalle di prendere la direzione giusta. Nel 2016, uno studio guidato dall’università di Washington, pubblicato sulla rivista Cell Reports, aveva anche simulato il meccanismo con un modello matematico. Negli anni è stato osservato come non più di un esemplare su quattro riesca a sopravvivere al viaggio, e come la maggior parte muoia a causa di venti sfavorevoli, uccelli affamati, traffico veicolare o “semplice” stanchezza. Le farfalle migratrici che riescono a raggiungere le colonie si uniscono in uno spettacolo simile a quello degli stormi degli uccelli, volteggiando e unendosi in modo così fitto che persino i rami degli alberi si piegano sotto il loro peso collettivo. 

Ora, come riporta un articolo pubblicato sul New York Times, è stato possibile per la prima volta seguire il viaggio di ogni singolo esemplare grazie a un sistema di tag di localizzazione alimentati a energia solare. Liberate a fine settembre a Lawrence, Kansas, negli Usa, le farfalle monarca hanno attraversato Oklahoma e Texas, prima di entrare in Messico attraverso lo stato di Tamaulipas, dove hanno inviato il loro primo segnale Gps. Da lì, hanno proseguito attraverso San Luis Potosí, Guanajuato, Jalisco, Querétaro, fino a raggiungere il Santuario di El Rosario, a Michoacán. Un viaggio migratorio di oltre 4mila chilometri in 43 giorni, tracciato grazie a un minuscolo tag radio a energia solare che pesa solo 60 milligrammi e viene venduto a 200 dollari. La novità di questo trasmettitore – realizzato da  Cellular Tracking Technologies, azienda di 36 dipendenti che opera in uno spazio presso l’aeroporto di Cape May, nel New Jersey – è che utilizza la frequenza di 2,4 GHz, facilitando quindi la connessione con comuni smartphone e computer. Un’impresa ingegneristica: Cellular Tracking Technologies ha, infatti, modificato il suo tag per farfalle, chiamato «BlūMorpho», in modo che i suoi segnali vengano rilevati automaticamente da miliardi di dispositivi abilitati Bluetooth, a condizione che una farfalla taggata passi entro una distanza di circa 90 metri. I membri dello staff hanno competenze specifiche nella biologia della conservazione e realizzano dispositivi di localizzazione adatti ad animali che vanno dai bombi agli elefanti marini, e stanno lavorando anche a dispositivi per tracciare i movimenti di castori e ornitorinchi.

Quest’anno, 500 farfalle sono state dotate di dispositivi di tracciamento «BlūMorpho», applicati con uno speciale adesivo che non ostacola il loro volo. Grazie ai dati raccolti dai dispositivi, i ricercatori possono comprendere meglio i modelli di volo, la durata del viaggio delle farfalle e le aree di sosta critiche, nonché come questi fattori siano alterati dai cambiamenti climatici. I ricercatori hanno ipotizzato che alcune monarca possano raggiungere il Messico dalla Florida passando per Cuba e che molte altre rimangono in Florida. «Non c’è niente che non sia sorprendente in questo lavoro», ha spiegato Cheryl Schultz, esperta di farfalle presso la Washington State University e autrice principale di un recente studio che documenta un calo del 22% di questa specie in Nord America negli ultimi 20 anni. Nonostante i progressi tecnologici, secondo i ricercatori la diminuzione del numero di farfalle che riescono a raggiungere il Messico per il letargo è legata al degrado dell’habitat, alle prolungate condizioni di siccità lungo la loro rotta migratoria, al cambiamento climatico e ai pesticidi. Grazie al monitoraggio Gps, gli scienziati potranno ora individuare interventi ambientali più mirati ed efficaci per la sopravvivenza di questi insetti. Gli spostamenti delle monarca e di altri insetti volanti sono avvolti nel mistero e «ora avremo risposte che potrebbero aiutarci a invertire la rotta per questi insetti», aggiunge Schultz, sottolineando come alcune tracce potrebbero persino portare alla scoperta di nuovi rifugi invernali.  

Al momento i tag sono venduti quasi esclusivamente a biologi per progetti di ricerca, ma l’azienda spera che il sistema possa piacere anche ai «semplici» amatori. Ogni anno – ricorda, infatti, l’articolo- centinaia di migliaia di persone scalano montagne alte 3mila metri per assistere all’arrivo delle farfalle. Tuttavia, non è ancora chiaro se il tag sia un sistema semplice da applicare per gli utenti occasionali, che potrebbero finire per danneggiare alcune farfalle. Gli scienziati, infatti, utilizzano una sorta di carta pergamena per proteggere le ali di questi insetti. A differenza del tracciamento degli uccelli, che richiede un permesso speciale, non ci sono restrizioni a livello nazionale per l’applicazione di localizzatori agli insetti, sebbene la California e diversi altri stati richiedano permessi.

18 novembre 2025 ( modifica il 18 novembre 2025 | 10:44)

18 novembre 2025 ( modifica il 18 novembre 2025 | 10:44)

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