
Da povero venditore di polli e volatili al mercato degli animali nel centro di Tripoli prima della defenestrazione di Gheddafi, a uomo forte delle milizie islamiche nella capitale post-rivoluzione, riconosciuto colpevole di torture e abusi contro i migranti nelle sue carceri, sino a prigioniero eccellente del governo di Abdulhamid Dbeibah deciso a imporre il proprio controllo sulla Tripolitania: la biografia di Osama Almasri rispecchia i travagli dell’ultimo quindicennio di storia libica.
Occorre sempre prendere con un pizzico di dubbio le informazioni che arrivano dal Paese diviso tra fazioni rivali e soggetto a interferenze straniere. Oggi fonti giornalistiche locali confermano che sarebbe nelle mani della polizia sotto il controllo del procuratore generale, Al Siddiq al Souri, spiegano al Corriere.
Il punto centrale dell’intera vicenda resta che l’arresto di Almasri rappresenta una tappa importante nel tentativo di Dbeibah di liberarsi del ricatto delle milizie, che nel passato gli sono servite per fare fronte contro l’avanzata delle forze armate di Khalifa Haftar, l’uomo forte della Cirenaica che da Bengasi voleva prendere possesso del Paese intero. Ma ormai da un paio d’anni tra Tripoli e Bengasi c’è una sorta di accordo pacifico per la spartizione del Paese sotto la stessa bandiera. E le milizie adesso danno fastidio.
Sino all’anno scorso Almasri era la figura forte della Rada, la milizia considerata più importante a Tripoli grazie al suo controllo dell’aeroporto e del porto marittimo. Almasri era già ricercato dal Tribunale internazionale con l’accusa di avere abusato dei migranti nelle carceri sotto il suo controllo, ci dicono da Tripoli. Dbeibah vorrebbe liberarsene, con lui stanno anche i turchi, che sono stati i maggiori alleati di Tripoli contro Bengasi e adesso sono in competizione con gli italiani per ottenere importanti contratti economici. La forza di Almasri resta però rilevante, tanto che ancora nel gennaio 2025 riesce a farsi liberare dalle autorità italiane che lo hanno arrestato a Torino.
Le cose però per lui cambiano in peggio tra maggio e giugno, quando Dbeibah riesce a fare assassinare Abdelghani Gnewa, noto come al Kikli, il massimo comandante della Rada. I miliziani reagiscono, per alcune settimane è quasi guerra civile in Tripolitania. Sino a che la Rada accetta di venire ridimensionata, lascia che le forze regolari prendano il controllo dell’aeroporto. I nuovi capi milizia accettano un compromesso che marginalizza i violenti come Almasri.
6 novembre 2025
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