
Da Grande Fratello a Grande Flop. Venticinque anni fa era stato una rivoluzione in tv. Un gruppo di umani in cattività, chiusi in casa 24 ore su 24, l’occhio delle telecamere sempre acceso, nessun contatto con l’esterno: vietati cellulari, televisori, libri (forse l’unico precetto a cui molti si atterrebbero comunque). Protagonista la gente comune che in tv è sempre più centrale: l’incompetenza che vince sulla competenza, uno vale uno che diventa uno slogan anche politico.
Nel tempo però il Grande Fratello ha perso la sua spinta rivoluzionaria (è accaduto anche al movimento fondato da Beppe Grillo) che in televisione significa ascolti. E quelli del reality di Canale 5 sono da tempo in caduta libera: la puntata di lunedì si è fermata sotto il milione e 900mila spettatori (share al 14,7%), numeri che ormai sembrano definitivi. Perché dopo la prima puntata che con l’effetto curiosità era arrivata a 2 milioni e 800mila, ora i voyeur che amano spiare dentro la casa si sono stabilizzati su quelle cifre. Anche il tentativo di raddoppiare l’appuntamento è fallito — la puntata del giovedì al momento non risulta in palinsesto — perché l’esperimento non ha funzionato e lo share si è drammaticamente inchiodato al 13,1%, uno dei punti più bassi mai raggiunti dal reality. Numeri che certificano la crisi di un format che ormai langue (anche nella versione vip) da anni, che ha uno zoccolo duro appena sotto i 2 milioni e da lì non si smuove. Poco può fare Simona Ventura al di là dell’entusiasmo del «crederci sempre, arrendersi mai», il reality ormai è decotto: gli sconosciuti fanno peggio dei vip, ma pure i famosi nelle ultime edizioni condotte da Alfonso Signorini non hanno fatto numeri di cui andare fieri.
Certo i paragoni con 25 anni fa hanno poco senso, tutto è cambiato. I social hanno abituato il pubblico alle miserie di tanti protagonisti del mondo dello spettacolo e alle bizzarrie di tanta gente comune. Il Grande Fratello ormai è sui social, dove il privato diventa pubblico, l’intimo è a favore dei follower, l’esibizione dell’ego è a portata di like e hater. Gli sconosciuti funzionano sempre meno in questa formula che — in diretta e senza montaggio — fa fatica a catturare l’attenzione degli spettatori a differenza — un esempio su tutti — di Temptation Island che raggiunge invece numeri clamorosi. Non a caso mentre il cast del primo Grande Fratello — dalla vincitrice Cristina Plevani allo scomparso Pietro Taricone, dalla gatta morta Marina La Rosa a Rocco Casalino che dell’uno vale uno ha fatto pure una professione — vengono ricordati, per gli altri il successo si è trasformato in un veloce oblio.
Per Mediaset è venuto il momento di mettere per lo meno in pausa un format (prodotto e consegnato chiavi in mano da Endemol Shine Italy) e pensare ad altro. In fondo è successa la stessa cosa con Striscia la Notizia, tenuta «in vita» anche quando tanti consigliavano di dare spazio a qualche novità. E il successo — inaspettato — della Ruota della Fortuna è lì a testimoniarlo: gli spettatori persi si possono recuperare.
Senza idee nuove, senza spunti autorali se non vivacchiare, con un cast che da tempo non riesce a conquistare un pubblico largo, il primo dei reality si è trasformato in una telenovela in diretta in cui il livello di recitazione è più o meno lo stesso delle soap opera turche, ma la trama è decisamente più scadente. Grande Fratello — fatto così, uguale a 25 anni fa — è un titolo forte solo nel nome ma svuotato, a suo tempo geniale ma oggi superato. Lontana dai fasti dell’Isola dei famosi (altro reality in difficoltà), Simona Ventura ha accettato di lanciarsi in una sfida che — ben prima della partenza — si era capito che sarebbe stata proibitiva. Con un gruppo di debuttanti allo sbaraglio costruire un programma convincente non era per niente facile: negli ultimi anni non ci è riuscito nessuno. E non ci è riuscita nemmeno lei.
5 novembre 2025
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