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Crozza, brutte caricature svuotate di ogni finezza satirica

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Dov’è finito Maurizio Crozza? Ho visto una puntata di «Fratelli di Crozza» (Nove) e ho dovuto rivederla in streaming perché non credevo ai miei occhi. Ma è ancora lui? Usa l’intelligenza (poca) artificiale (tanta) per cerare i personaggi? Ormai si limita a caricature, brutte caricature, svuotate di ogni finezza satirica, ben consapevole che le sue battute saranno frantumate per avere una seconda vita in rete.

Pur avendo al suo servizio sette autori credo che l’unica «freddura» che ha mosso al riso sia sua: «I liguri piuttosto che votare uno di sinistra lasciano la mancia al ristorante», con buona pace di Silvia Salis. A proposito di autori, l’impressione è che si sforzi di più Andrea Zalone che non il gerente del programma. Crozza fa Trump, ma il Trump vero fa più ridere (e più paura) dell’imitazione. Crozza fa Meloni ma a parte la trovata della linguina a serpente c’è ben poco che già non si sappia. Crozza fa il ministro Adolfo Urso, giocando sulla sua disfasia, sulla difficoltà a pronunciare certe parole. Crozza fa Eugenio Giani che conosce poco la geografia ma che, nel frattempo, è stato riconfermato alla guida della Toscana. Crozza fa Pierluigi Bersani e Mauro Corona che ormai sono consapevoli caricature di sé stessi. Crozza fa con impegno Vittorio Feltri per la mortificante tristezza del dileggio (come storpiare i nomi).

«Fratelli di Crozza» è un programma consolatorio per un’invincibile armata, quella che si accontenta di slogan, quella giustizialista, quella che si abbandona a una rabbia caotica più revanscista che rivoltosa, quella che confonde la propria irrilevanza con le battute di Andrea Scanzi e si sdilinquisce per Francesca Albanese, quella che si appiattisce nello Zeitgeist moralistico collettivo e (si) manifesta.

Per anni ostinati si è velleitariamente e doverosamente cercato di apprezzarlo, questo fortunato e ora noioso pensionato d’oro della comicità. Però adesso il disagio rasenta il fastidio. Per dirla alla Arbasino, il suo è uno spettacolo dove il cuore e la mente vorrebbero fuggire lontano «ma la natica si rifiuta e la palpebra crolla».

15 ottobre 2025

15 ottobre 2025

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